13/12/2008
di Umberto BORDONI
Alle 17 di sabato 13 dicembre il Metropolita di Kiev e di tutta la Chiesa Ortodossa Ucraina, Sua Beatitudine Volodomir Viktor Sabodan, accompagnato da tre Vescovi e da numerosi dignitari consacrati e laici ha fatto visita al Cardinale Dionigi Tettamanzi presso il Palazzo Arcivescovile.
Il Metropolita, venuto in visita pastorale ai fedeli ortodossi di Milano e della Lombardia, prima di celebrare i sacri riti presso la Chiesa di San Vito al Pasquirolo, in segno di profonda comunione ha voluto incontrare ufficialmente il Cardinale. Il colloquio, cordiale e fraterno, è durato una quarantina di minuti. Tra i vescovi ortodossi era presente anche l’Arcivescovo Innokentji, cui sono affidati i fedeli ortodossi di Francia, Italia e Svizzera.
Durante il colloquio il Metropolita si è interessato della presenza del Cardinale nella Diocesi Ambrosiana e in particolare delle attività ecumeniche dell’anno in corso. L’Arcivescovo ha aperto il suo intervento manifestando, a titolo personale e di tutta la Chiesa di Milano, l’intenso cordoglio per la recente morte del Patriarca Alessio II.
Ha brevemente ricordato l’incontro con lui avuto nell’ottobre del 2006, ospite a Mosca nella Sede Patriarcale: da questa straordinaria esperienza di immersione nella santità della Chiesa Ortodossa è poi scaturito il pellegrinaggio in Russia, con 80 giovani sacerdoti, compiuto alla fine di agosto. Il Cardinale ha poi accennato all’interesse con cui ha seguito le solenni celebrazioni, compiute a Kiev lo scorso mese di luglio, nella memoria del 1020 anniversario della conversione del regno della Rus alla fede cristiana e ha concluso esprimendo soddisfazione per la fede dei numerosi fedeli ortodossi presenti nella Diocesi Ambrosiana, cui ha voluto corrispondere concedendo l’uso di una Chiesa.
Il Metropolita ha espresso apprezzamento per l’attività del Cardinale e lo ha invitato, con corale approvazione dei vescovi e di tutti i presenti, ad essere suo ospite in terra Ucraina.� Al termine dell’incontro i due presuli si sono scambiati, in dono, due preziose croci pettorali e la promessa di rivedersi presto a Kiev, la culla storica dell’ortodossia russa.�