20/02/2008
di Patrizia CAIFFA
A Santa Clara, la città dove il Papa celebrò la prima messa in territorio cubano, il cardinale Tarcisio Bertone arriverà la sera del 22 febbraio. Sarà la terza visita del cardinale a Santa Clara, le prime due nel 2001 e nel 2005, rispettivamente nel ruolo di segretario della Congregazione per la dottrina della fede e arcivescovo di Genova. Nel 2005 “lasciò” in diocesi anche due sacerdoti missionari italiani. I fedeli delle diverse comunità diocesane partiranno all’alba per partecipare alla messa mattutina del 23 febbraio, durante la quale verrà inaugurato un monumento alla memoria di Giovanni Paolo II, il primo in suolo pubblico cubano. Ogni comunità porterà un’offerta di fiori che sarà depositata sotto il monumento.
La colletta della messa sarà destinata ad opere di carità. L’immagine della “Vergine pellegrina”, che aveva viaggiato nelle comunità dieci anni fa, nei giorni scorsi è uscita di nuovo in strada per visitare parrocchie e cappelle della città di Santa Clara. L’immagine farà la sua entrata solenne all’inizio della celebrazione eucaristica.
Nella diocesi di Guantánamo-Baracoa – istituita da Giovanni Paolo nella messa del 24 gennaio 1998 – il card. Bertone celebrerà domenica 24 febbraio una messa all’aperto alle 9 del mattino. Èprevista una folta partecipazione popolare, con appositi servizi di trasporto dalle zone più remote della diocesi. Per quelli che abitano sulle montagne, informa la Conferenza episcopale cubana, si sta trattando con le autorità la possibilità di trasmettere la messa tramite la radio provinciale.
Dopo la messa all’aperto tutti si dirigeranno in processione verso la sede dell’episcopato appena ultimata, che sarà inaugurata dal card. Bertone. Il segretario di Stato vaticano premierà anche i vincitori di una coppa diocesana di pallavolo intitolata a Giovanni Paolo II. Nelle 203 comunità cattoliche di Guantánamo è stata letta una preghiera apposita per l’occasione e si è svolta una missione per invitare il popolo a partecipare. Per l’organizzazione dell’evento sono state create 16 commissioni che hanno lavorato circa due mesi.
Tra le varie riviste cattoliche presenti a Cuba, anche “Espacio Laical” dedica un ampio dossier all’evento, con un editoriale intitolato “Rompiamo l’isolamento”, una intervista al card. Jaime Ortega y Alamino, arcivescovo dell’Avana e ad altri autorevoli commentatori. “La convivenza internazionale – secondo l’editorialista – in un clima con meno pregiudizi e più fiducia, fornirà a Cuba le condizioni esterne necessarie per aggiustare il suo modello socio-politico, per soddisfare sempre di più le necessità umane inalienabili”. Il card. Ortega racconta i particolari della visita di Giovanni Paolo II, dopo anni di preparazione e in un momento in cui i rapporti tra Chiesa e Stato erano giunti ad accettabile “maturazione”. La visita, dice l’arcivescovo, si svolse infatti “senza grandi ostacoli” e “tutto è fluito nella maniera giusta”.
Oggi, dal punto di vista dei rapporti con il mondo culturale, ad esempio, “dopo la visita del Papa sono stati tesi ponti di dialogo molto interessanti”. Nel dialogo tra Chiesa e società, afferma il card. Ortega, “le nuove generazioni dei cattolici devono avere uno spirito di inserimento sociale, che la Chiesa deve però ancora potenziare”. “Non possiamo avere un atteggiamento di spettatori – sottolinea – o di semplici analisti. Dobbiamo avere un atteggiamento partecipativo, in modo che si comprenda che partecipiamo in quanto cubani e parte di questo popolo che amiamo e che vogliamo servire”.