Non c’è il cielo stellato, ma solo la penombra un po’ claustrofobica di una stalla “vera”, fatta di assi sghembe e di paglia calpestata dai piedi nudi dei pastori. E su quei volti, il riverbero della luce del Messia. Un’adorazione senza apparente “decoro”, questa del Caravaggio, ma profondamente umana, mirabilmente meditativa. (l.f.)