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Sirio 01 - 10 novembre 2024
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Carnago, relazioni vere tra realtà vicine

Conclusa la visita pastorale decanale dell'Arcivescovo. Un "viaggio" nelle undici parrocchie raccontato dal decano don Natale Castelli

22 Settembre 2008

22/09/2008

di Maria Teresa ANTOGNAZZA

La chiesa dei Santi Ambrogio e Martino a Cairate ha accolto ieri pomeriggio l’Arcivescovo, che con i fedeli delle 11 parrocchie ha condiviso l’ultima tappa della visita pastorale al decanato di Carnago, nella zona pastorale 2 (Varese). Si è concluso così un lungo viaggio, iniziato la scorsa primavera dal decano, don Natale Castelli, parroco di Solbiate Arno.

«Martedì scorso – racconta don Natale – per presentare al Cardinale la realtà del nostro decanato, nell’incontro con i membri dei Consigli pastorali parrocchiali e degli affari economici, ho usato un’immagine astronomica, che aiuta a comprendere la vita di questa porzione di Chiesa. Ho detto che il decanato di Carnago è come un piccolo sistema solare. Certamente Gesù è il sole attorno a cui tutti ruotiamo; ma poi, come ogni pianeta influenza tutti gli altri, così ogni nostra parrocchia influenza le altre. Ecco, noi siamo così. Una realtà piccola come dimensioni, che raggiunge una popolazione di circa 31 mila abitanti (suddivisi in 7 Comuni), nella quale possiamo sperimentare una vera pastorale di relazioni, una dimensione di reale cooperazione fra realtà vicine. Un decanato dove realmente posso dire che: piccolo è bello».

E se questa è la prima percezione forte che don Natale ha ricevuto nel viaggio fra le parrocchie, la seconda è altrettanto significativa. «Nove preti per 11 parrocchie, più un sacerdote residente e un diacono permanente – dice il decano -: sono questi i numeri del clero su cui possiamo contare. Pochi, anche in questo caso; eppure proprio il numero contenuto ha favorito la crescita fra noi di una profonda relazione e di un’intesa pastorale e spirituale che ci consente di lavorare veramente bene insieme».

È il «decanato del pulmino», felicemente ribattezzato da don Natale: «In effetti, quando ci muoviamo, ci stiamo tutti su un pulmino. E lo facciamo di frequente. Ogni settimana ci ritroviamo per condividere la preghiera, un momento di comunicazione nella fede sulla pagina evangelica della domenica successiva e poi per affrontare le diverse questioni pastorali delle nostre comunità e del decanato. E una volta al mese facciamo una gita, visitando un santuario». Così l’intesa e la fraternità crescono.

E se i preti si intendono bene fra loro, anche fra le parrocchie stanno crescendo esperienze importanti di lavoro in comune. Per esempio, i percorsi di pastorale familiare: «Da anni – dice il parroco di Solbiate – cinque parrocchie del decanato, Carnago, Cairate, Caronno, Castronno e Solbiate, propongono itinerari di preparazione al matrimonio fra loro equivalenti, preparati da un’unica équipe di coppie di sposi. I giovani, dunque, possono scegliere liberamente quale percorso seguire e, in alcuni casi, sono le stesse coppie animatrici, invece del parroco, a realizzare con loro i colloqui preliminari».

Altri progetti di collaborazione interparrocchiale sono all’orizzonte, come la formazione di équipe di laici che seguano la pastorale battesimale, secondo le indicazioni venute dalla diocesi. «Per molte delle nostre parrocchie questa è una realtà nuova, ma è apparsa subito come un terreno di impegno molto importante, nel quale si sperimenta la forza della vocazione missionaria della nostre comunità».

Il “viaggio” attraverso il decanato ha consentito a don Natale di conoscere a fondo anche il tessuto sociale delle comunità e le problematiche più vive del territorio. «Siamo una zona sostanzialmente a vocazione industriale, penso soprattutto a Castronno e Solbiate Arno – spiega il sacerdote -. La presenza di industrie è un forte richiamo per lavoratori, soprattutto stranieri e questo porta in primissimo piano i due grossi temi della ricerca del lavoro e della casa, molto sentiti nei nostri paesi. Aggiungo che anche qui iniziamo a fare i conti con gravi problemi economici delle famiglie, che in tanti casi faticano ad arrivare a fine mese». Ragion per cui tutto il decanato si è impegnato, da qui a tre anni, a far nascere in ogni parrocchia un Centro di ascolto Caritas.