15/05/2008
di Luisa BOVE
Il ruolo dei nonni oggi assume tratti in parte differenti rispetto al passato. In ogni caso per comprenderlo va considerato alla luce «delle tante trasformazioni socio-culturali degli ultimi decenni», dice Annamaria Franco, vicedirettore del Consultorio familiare di Sesto San Giovanni, oltre che psicologa e psicoterapeuta. «Ci sono state grandi accelerazioni, seguite da cambiamenti più lenti che sono serviti a metabolizzare le novità del periodo precedente». La prima caratteristica che salta all’occhio è senz’altro l’età, tenendo conto che la qualità della vita è migliorata e ha portato a una longevità che oggi costringe le persone a «riprogettarsi». Insomma, i neopensionati «sono chiamati a prepararsi a nuove fasi della loro esistenza».
Tra i tanti impegni che i nonni assumono, disponendo di molto tempo, c’è quello della cura dei nipoti, che può andare dalla più tenera età fino all’adolescenza. «Anche alla scuola materna spesso sono i nonni ad accompagnarli – dice don Gianluigi Frova, parroco di San Carlo a Monza -, prima però passano in chiesa, accendono una candela, visitano il presepe oppure salutano il parroco». I nonni infatti non si preoccupano solo dell’educazione, trasmettendo loro i grandi valori della vita, ma comunicano anche la fede, insegnando preghiere e parlando di Gesù. «Hanno un ruolo fondamentale anche perché coltivano gesti della tradizione religiosa – spiega il sacerdote -, li raccontano dicendo: “Ai miei tempi si faceva così”, “c’era la Novena”, “Si accendeva la candela…”».
Questo non significa che i genitori hanno disertato al loro ruolo, nonostante i ritmi della vita e i tempi lavorativi tendano ad allungarsi. «I genitori che vengono a messa con i loro bambini – assicura il parroco – ci tengono. E quando in Avvento o in Quaresima lasciamo in fondo alla chiesa lo schema della preghiera in famiglia, le persone lo prendono; quando vado nelle case rivedo il crocifisso con le decalcomanie che abbiamo distribuito a messa. I genitori sono attenti, almeno nei tempi forti». Impossibile dire quanto incidano gli insegnamenti cristiani dei nonni e quanto quelli di mamma e papà, neppure si sa «se i genitori dicono le preghiere con i figli tutte le sere oppure solo occasionalmente».
Nel pomeriggio sono ancora i nonni ad accompagnare i nipoti a catechismo o ad aspettarli sulla panchina mentre giocano in oratorio. Una presenza importante, dunque quella dei nonni, «che non sono semplici tappabuchi», dice don Frova. «Oggi, anche se non fanno cose molto diverse rispetto al passato, sono diventati più consapevoli e del loro ruolo si parla di più». E se hanno lasciato un segno nella vita dei nipoti, ormai diventati grandi, ci si accorge soprattutto in occasione del loro funerale. «Quando muore la nonna – racconta il parroco -, sono gli adolescenti e i giovani a piangere. I nonni infatti sono importanti anche quando i ragazzi hanno l’età in cui normalmente abbandonano la fede». Èscontato che da bambini il legame con i nonni sia profondo, ma «poi ci si accorge che è importante anche dopo», continua il sacerdote, «adolescenti che girano con la pancia fuori, ma che tengono molto alla loro nonna. Ai funerali si coglie chiaramente. È come se l’adolescenza confermasse ciò che i nonni hanno seminato prima».
Certo il loro ruolo assomiglia molto a quello dei genitori perché quando un nonno o una nonna vanno tutti i giorni a prendere i nipoti a scuola, li aiutano nei compiti, li portano al parco, danno loro la merenda e li curano quando sono malati, l’identificazione è facile. Ma nonostante questo, quando alle sei o alle sette di sera, finalmente la mamma va a prendere il figlio da riportare a casa, finalmente i nonni si sentono “liberi” e più “leggeri”, anche perché il carico di responsabilità che ricade sulle loro spalle non è piccolo. Ed è appunto per sostenerli in questo compito così gravoso che il “Centro per la famiglia” di Sesto San Giovanni ha già tenuto corsi e incontri per loro. A volte sono le stesse parrocchie a richiedere la presenza di esperti del Consultorio perché diano indicazioni e suggerimenti agli anziani chiamati a educare le giovani generazioni.