da Vatican News
La condanna, inequivocabile e irrevocabile dell’«inumano attacco terroristico perpetrato da Hamas il 7 ottobre contro civili innocenti in Israele» e la profonda preoccupazione «per la catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, che ha causato la perdita di migliaia di vite innocenti palestinesi, tra cui più di 5.000 bambini». Sono i sentimenti della Santa Sede espressi dall’arcivescovo Ettore Balestrero, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali a Ginevra, in occasione della 74.ma Sessione Esecutiva dell’Unctad, Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, sul tema dell’assistenza al popolo palestinese.
L’impegno della Santa Sede
La Santa Sede «rimane pienamente impegnata a promuovere la pace e la giustizia in Israele e Palestina» spiega Balestrero, che ricorda «l’uccisione e il ferimento brutale di migliaia di persone e la presenza di centinaia di ostaggi, inclusi bambini e anziani». Balestrero quindi rivolge il suo pensiero al sacrificio di oltre cento membri del personale dell’Unrwa uccisi a Gaza nelle ultime settimane e un ringraziamento all’Unctad per l’assistenza ai palestinesi.
Gli appelli del Papa
Il delegato vaticano ribadisce l’appello del Papa perché vengano immediatamente rilasciati «tutti gli ostaggi detenuti a Gaza» e che «il terrorismo e l’estremismo alimentano l’odio, la violenza e la vendetta, causando sofferenze reciproche». Ripete che la Santa Sede sostiene il diritto alla legittima difesa, ma anche che «tutte le parti devono sempre conformarsi al diritto internazionale umanitario, compreso il principio di proporzionalità». La sofferenza indiscriminata della popolazione palestinese «è inaccettabile», dunque si chiede la «protezione efficace di ogni singolo civile» e si sollecita altresì «a garantire l’accesso all’assistenza umanitaria».
L’opzione dei due Stati
Infine, monsignor Balestrero rinnova l’appello di Francesco affinché «tutte le parti cessino immediatamente di utilizzare armi», poiché «ogni guerra è una sconfitta», e sollecita le autorità israeliane e palestinesi «a rinnovare con coraggio il loro impegno per una pace basata sulla giustizia e nel rispetto delle legittime aspirazioni di entrambe le parti».
Il dialogo, per quanto possa sembrare limitato, «è l’unica soluzione pratica per porre fine a lungo termine alla violenza» in atto nella regione e raggiungere una pace che vede, quale «opzione valida» per la Santa Sede, una soluzione a due Stati. L’intervento del presule si conclude con le parole del Papa affinché «si fermi l’uso delle armi» che non porteranno mai alla pace.