«Chi ha sbagliato non resti sbagliato»: le parole che papa Francesco ha rivolto ai detenuti nella residenza di Santa Marta nell’ottobre 2021 non sono casuali o di rito, non sono nemmeno riferite unicamente ai detenuti, ma all’intera collettività. È responsabilità di tutti offrire un soffio di speranza a chi risiede nell’ombra affinché possa tornare, un passo dopo l’altro, a camminare nella luce.
Talvolta sono le piccole attenzioni e le cose semplici a ricordarti che esisti e che la tua vita è importante quanto quella di ogni altro essere umano. Le attenzioni si ritrovano nelle buone parole, nell’ascolto paziente; altre volte in gesti – piccoli o grandi – che si trasformano in progetti o iniziative. La Chiesa desidera ricordare la propria vicinanza ai detenuti, ribadire che c’è vita oltre quelle sbarre e che loro sono nella condizione di sperare che un giorno, dopo il percorso riabilitativo, quelle porte possano riaprirsi.
In questa ottica la Conferenza episcopale italiana, appoggiandosi a diverse diocesi e in collaborazione con l’Ispettorato generale dei cappellani delle carceri, lancia una iniziativa che prevede la donazione in 30 istituti penitenziari sul territorio nazionale di oltre 2.000 ventilatori per i detenuti, soprattutto i più fragili delle sezioni “Infermeria”, per affrontare il caldo estivo con un minor disagio.
Tra gli istituti penitenziari coinvolti, anche quelli milanesi di San Vittore e Opera.