Cambiano le rotte, ma cambiano anche le politiche di accoglienza. Cambiano le modalità di sfruttamento e cambiano pure le vittime della tratta costrette a prostituirsi. Chi sono le nuove schiave della prostituzione coatta? Da dove vengono? Dove e come sono forzate a vendere il loro corpo?
Anche quest’anno, in vista della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta voluta da papa Francesco (8 febbraio, festa di Santa Bakhita), il Centro Pime di Milano, Mani Tese e Caritas Ambrosiana propongono, in collaborazione con Ucsi Lombardia, un’occasione preziosa di confronto e approfondimento su un fenomeno in continua e tragica evoluzione, in programma sabato 6 febbraio, dalle 10 alle 12, in diretta streaming sui canali YouTube e Facebook di @centropime @manitese @caritasambrosiana.
Interverranno: Laurence Hart, direttore Ufficio Oim per il Mediterraneo («Le rotte della tratta»); Joy (video testimonianza); Cinzia Bragagnolo, coordinatrice Numero Verde antitratta («Lo sfruttamento in Italia»), Manuela De Marco, Ufficio politiche migratorie e protezione internazionale di Caritas Italiana («Le risposte possibili (e necessarie)»), Nello Scavo, Giornalista di Avvenire, esperto di migrazioni («Focus Balcani: La gelida vergogna»).
Il fenomeno
Nel mondo sono oltre 40 milioni le vittime di tratta. Tra queste, il 72% sono donne, mentre il 23% sono minori. Fra le principali finalità della tratta vi sono lo sfruttamento sessuale (quasi 60%) e il lavoro forzato (34%). In questi ultimi anni il fenomeno della tratta è cambiato anche in Italia, specialmente per quanto riguarda la prostituzione coatta. Sono diminuite infatti le donne nigeriane – i cui sbarchi sono calati drasticamente, ma il cui sfruttamento è diventato ancora più brutale in Libia – e sono aumentare le donne di altre nazionalità così come le persone transessuali. Il fenomeno, inoltre – anche a causa del Coronavirus – si è ulteriormente spostato dalla strada all’indoor (e all’online), rendendo le vittime ancora più invisibili, inavvicinabili e vulnerabili.
L’impegno di Pime, Mani Tese e Caritas Ambrosiana
Pime, Mani Tese e Caritas Ambrosiana operano in contesti diversi per la prevenzione del traffico di esseri umani e la protezione delle vittime.
«Il Pime è presente in diversi Paesi di origine e transito delle vittime di tratta – spiega padre Mario Ghezzi, direttore del Centro Pime di Milano, rientrato in Italia dopo 17 anni in Cambogia -. Il nostro principale impegno è nell’ambito dell’educazione e della sensibilizzazione per cercare di prevenire la partenza di giovani senza prospettive e senza progetti migratori mirati, che li spingono quasi inevitabilmente nelle mani di trafficanti e sfruttatori. Grazie alla nostra rete di missionari e volontari, in diversi Paesi d’Africa, Asia e America Latina, e grazie al sostegno di molti amici e benefattori qui in Italia, cerchiamo di promuove istruzione e sviluppo, specialmente nei luoghi più poveri e abbandonati, e di offrire così ai giovani opportunità di vita dignitosa e prospettive di futuro».
Mani Tese ha lanciato, nel 2016, il programma di sensibilizzazione “I EXIST – say no to modern slavery” per prevenire e contrastare le cause delle schiavitù moderne, nell’ambito del quale ha promosso iniziative di sensibilizzazione e avviato progetti in India e Cambogia a sostegno delle vittime di lavoro minorile, trafficking e sfruttamento lungo le filiere produttive. Dal 2017 ha inoltre avviato in Guinea-Bissau una collaborazione con l’organizzazione locale AMIC per strutturare e rafforzare il sistema di protezione per donne e minori vittime di violenza, in particolare di matrimonio forzato e/o precoce, e per i minori trafficati talibè rimpatriati dal Senegal.
L’impegno di Caritas Ambrosiana sul tema della tratta è a tutto tondo. Promuove attività di ricerca e di sensibilizzazione attraverso studi, convegni e campagne sul tema. Inoltre, l’organismo diocesano è attivo sul campo in collaborazione con la Cooperativa Farsi Prossimo, con l’offerta di diversi servizi alle vittime: dal primo incontro realizzato dall’unità di strada all’inserimento in percorsi di integrazione reso possibile da una rete di case e alloggi protetti presenti nel territorio. Caritas Ambrosiana, con altre Caritas diocesane, assicura anche accoglienza ai richiedenti asilo che giungono nel nostro Paese attraverso i “Corridoi Umanitari” attivati in alcuni contesti di particolare emergenza.
Info: Centro Pime (tel. 02.438221; centropime@pimemilano.com; www.pimemilano.com), Mani Tese (tel. 02.4075165; ufficiostampa@manitese.it; www.manitese.it), Caritas (tel. 02.76037.353; donne@caritasambrosiana.it; www.caritasambrosiana.it)