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Sirio 15 - 21 luglio 2024
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Milano

San Bernardino, l’aiuto tra i debiti

Compie 20 anni la Fondazione istituita dal cardinale Tettamanzi per educare a un giusto uso del denaro: giovedì un convegno in Cattolica. «In passato i problemi erano legati alla perdita di lavoro, a crisi familiari. Adesso più alle dipendenze: gioco, alcool, droghe»

di Pino NARDI

12 Giugno 2024

Da Il Segno di giugno

«Penso che un impegno centrale sia quello di educare al giusto rapporto con il denaro, più concretamente ad un giusto uso del denaro nella vita». Venti anni fa il cardinale Dionigi Tettamanzi istituiva per questo la Fondazione San Bernardino. Coglieva la necessità di aiutare le famiglie colpite dal sovraindebitamento, cercando di farle uscire da questo incubo e soprattutto prevenire di finire nelle mani degli usurai.

Fenomeno in crescita

La Fondazione è promossa dalle 10 Diocesi della Lombardia e opera sull’intero territorio regionale. Notevole il bilancio dell’attività di sostegno, in buona parte realizzata nella Diocesi di Milano: dal 2004 al 2023 ha infatti effettuato 4.773 ascolti, i beneficiari sono stati 479, erogando oltre 5,8 milioni di euro. Un fenomeno in crescita negli ultimi anni: nel 2023 gli incontri sono stati 211, con delibere effettuate di circa 425 mila euro, in aumento del 30% sul 2022. Ma i primi quattro mesi del 2024 registrano un’ulteriore impennata (74 incontri rispetto ai 53 del 2023).

La Fondazione si occupa anche di fare consulenze per accedere ai benefici della legge 3/2012 per comporre la crisi di liquidità e il sovraindebitamento. Dal 2018 sono state lavorate quasi 50 pratiche, di cui 23 hanno visto un provvedimento positivo definitivo da parte del giudice e 6 respinte, altre attendono la conclusione o sono ancora in lavorazione. Oltre 40 mila euro erogati per sostenere le spese di gestione.

Qual è il profilo medio delle persone incontrate in questi venti anni? Maschio, coniugato, licenza media, dipendente privato, reddito mensile 1.100 euro, vive in affitto, una media di debito nel breve periodo di quasi 24 mila euro e di oltre 76 mila nel breve e lungo, con rate mensili da 914 euro. I creditori principali sono finanziarie, banche, fisco e tributi, spese condominiali e affitto.

La genesi del progetto

«I centri di ascolto delle Caritas delle Diocesi lombarde incontravano molte persone che chiedevano una mano, perché non riuscivano ad arrivare alla fine del mese, non perché povere, ma perché si erano indebitate per aver sbagliato i piani di finanziamento – racconta la genesi del progetto, Luciano Gualzetti, direttore della Caritas ambrosiana e presidente della San Bernardino -. Persone che hanno perso tutto proprio perché venivano spinte da un sistema economico, finanziario e bancario a mettere i loro risparmi non al riparo, ma a investire in una certa direzione anche rischiosa; spinte al consumo funzionale da un sistema di indebitamento che lo favorisce. Le persone si trovavano nei pasticci appena il reddito calava o c’era una spesa imprevista, cure mediche o si perdeva il posto di lavoro. Se uno non è in grado di gestirli, soprattutto di prevedere quanto il reddito futuro impegna con la spesa odierna, è chiaro che tutto questo sfugge al controllo. Quindi quell’ipotesi che avevamo fatto 20 anni fa di aiutare le persone che erano un po’ sprovvedute e si trovavano in una situazione più grande di loro, è stata ampiamente confermata, le abbiamo aiutate con percorsi per rimettere in ordine un po’ i conti. Naturalmente lo scopo ultimo era quello di evitare che finissero in mano agli usurai».

Azzardo e truffe online

Ma dopo la crisi finanziaria del 2008, la pandemia, l’inflazione dilagante, le emergenze stanno cambiando. Sono altri i fenomeni che emergono, a partire dall’azzardo. «Infatti – continua Gualzetti – così si affida alla fortuna la soluzione dei propri problemi. È questo il fenomeno più nuovo negli ultimi anni. Incontriamo persone che non sanno gestire razionalmente e in maniera opportuna queste situazioni e rischiano di imboccare le strade del gioco illegale e dell’azzardo».

La conferma avviene anche dalla “prima linea”. Augusto Sironi è il coordinatore dei volontari della Fondazione. Oggi sono in 12, tutti ex bancari, imprenditori, responsabili amministrativi di importanti aziende, gestori risorse. L’età media è intorno ai 70 anni, quindi persone di grande esperienza professionale e umana.

«In questi ultimi anni vedo cambiamenti – sottolinea Sironi -. In passato erano problemi legati alla perdita di lavoro, a crisi familiari. Adesso di più le dipendenze: azzardo, alcool, droghe. E negli ultimi sei mesi la new entry: truffe online, soprattutto sul trading. Anche in questo caso si cerca di avere denaro facile. Quindi ci si fa attrarre da messaggi truffaldini, anche con l’immagine di persone famose sottolineando quanto hanno guadagnato. Se si clicca, si entra in un vortice. Chi ha un minimo di cervello capisce subito che è una truffa. E invece ci sono tanti che si fanno attrarre da questi specchietti per allodole e così si cade nella rete. I soldi non li regala nessuno. Qui si spazia dall’operaio al mega manager in pensione che vuole dimostrare di essere più bravo del suo gestore in banca. Si tratta di professionisti che fanno truffe: una volta conosciuta la persona che hanno davanti, la profilano e fanno una truffa su misura. Rivolgo un appello a tutti: stare attenti e non fidarsi di questi messaggi che si ricevono sui social o sul telefonino. Non rispondere mai».

Se si ha qualche dubbio, oltre alla polizia postale o alla propria banca, possono rivolgersi anche alla Fondazione: «Uno degli ultimi assistiti che è venuto da noi si era indebitato per mandare soldi a queste piattaforme. Ed è arrivato a non poter più pagare i suoi prestiti, non ce la faceva più».

«Ascoltiamo tutti»

In gran parte le segnalazioni di casi da seguire arrivano dai centri di ascolto della Caritas, le “sentinelle del territorio” che intercettano i bisogni reali, economici, sociali e in questo caso sotto il macigno dei debiti. La sede centrale è in piazza Borromeo 6 a Milano (tel. 02.87395532; info@

fondazionesanbernardino.it). L’attività viene coordinata da due dipendenti, che svolgono un prezioso servizio di accompagnamento delle persone che si rivolgono alla Fondazione e all’attività dei volontari. «Lavoro qui dall’inizio – afferma Giovanna Motta, memoria storica della San Bernardino -. Mi occupo, insieme alla mia collega, del primo ascolto di chi telefona. Se chiamano i centri di ascolto e i servizi sociali valutiamo anche se segnalare qualche altro ente. Diverso è quando ci chiamano direttamente le persone, alle quali diamo indicazioni utili senza rimandarli ad altre realtà, perché si rischia di far fare loro un lungo giro. In ogni caso ascoltiamo tutti». A quel punto «in base alla situazione e alle necessità lo assegniamo al volontario specializzato in quel settore».

Pazienza e credibilità

«Durante i colloqui – sottolinea Sironi – si fa una fotografia della situazione familiare, dei redditi e debitoria, e si cerca di capire se esiste la possibilità per la Fondazione di intervenire in aiuto. Normalmente lo facciamo andando a trattare a “saldo e stralcio” con i creditori (banche, finanziarie, agenzia dell’entrata, proprietari di casa che hanno affitti in arretrato) offrendo cifre più basse rispetto al credito. Il contributo della Fondazione non crea nuovo prestito, ma va in sostituzione di un debito che già esiste liquidando direttamente il creditore. I beneficiari sono i casi estremi, quelli sui quali possiamo intervenire». Tra gli impegni della Fondazione anche quello di sollecitare prestiti con idonee garanzie fornite a banche convenzionate, così da permettere a chi è in difficoltà di accedere al credito bancario, in base ad alcuni criteri, come la capacità di restituzione del prestito stesso, oppure microcredito per evitare un ulteriore indebitamento. Le banche cha hanno stipulato convenzioni con la Fondazione sono Bcc Milano, Mediolanum e Intesa Sanpaolo. «Ci sono casi sui quali non possiamo intervenire – afferma Sironi -, quando ci sono importi troppo elevati».

 

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