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Migrazioni

Rotta balcanica: flussi in calo, ma cambiano i percorsi

Scende del 30% il numero degli attraversamenti irregolari alle frontiere dell’Unione Europea: lo confermano i dati raccolti da Frontex nei primi sei mesi del 2024. Ma «il fluire è continuo, la Rotta non si è mai arrestata», afferma Laura Stopponi, responsabile dell’ufficio Europa di Caritas italiana.

di Selina TREVISAN Agensir

15 Luglio 2024
Foto Lena Samardzic

È in calo del 30% il numero degli attraversamenti irregolari alle frontiere dell’Unione Europea. Lo confermano i dati raccolti da Frontex nei primi sei mesi del 2024, che rilevano anche un calo del 72% negli attraversamenti della Rotta balcanica, con un flusso registrato di 10.640 persone.

Ma nonostante il decremento «il fluire è continuo, la Rotta c’è, non si è mai arrestata», afferma Laura Stopponi, responsabile dell’ufficio Europa di Caritas italiana. «Sicuramente c’è stata una diminuzione, dovuta soprattutto a un maggiore controllo in Turchia e ancor più alto in Grecia – aggiunge -, pertanto c’è un’opera di scoraggiamento nei confronti dei migranti e questo sta avendo i suoi effetti».

Stopponi rileva poi un nuovo fattore, che riguarda proprio il flusso che percorre i Balcani, poiché «non abbiamo più oggi “la Rotta balcanica”, ma possiamo parlare de “le Rotte balcaniche”: l’ingresso dei migranti avviene più o meno sempre dalla Grecia, ma poi si “disperdono” a seconda di dove vogliano arrivare e delle frontiere che riescono a varcare (Bulgaria, Serbia, Bosnia, Romania, anche Albania e Montenegro), attraversando quindi percorsi diversi, pertanto si fa più fatica a contabilizzarli».

«I numeri oggi, rispetto a qualche anno fa, non sono altissimi – commenta -. Resta il fatto che ci sono, queste persone – per lo più afghani e siriani ma c’è anche un alto numero di bengalesi – passano, arrivano ed è una rotta oggi appunto in continuo movimento e molto varia».