Una svolta nel contrasto al gioco d’azzardo? L’annuncio viene dato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un’intervista al magazine Vita, uscito il 9 settembre: «Sul gioco d’azzardo stiamo per mettere a punto una misura per togliere le slot dalle tabaccherie ed esercizi commerciali». Non solo: «Non aumenteremo il costo della benzina né allargheremo le maglie sul gioco d’azzardo e sulle slot per finanziare la ricostruzione post sisma», promette il premier.
Ascoltare l’esperienza
«Siamo soddisfatti della dichiarazione di Renzi, anzi diciamo finalmente. Ma ricordiamo anche che il cinquanta per cento dell’azzardo è collegato all’usura, mentre aumenta il consumo di azzardo on line. È necessario quindi un provvedimento ampio e organico, che affronti anche la questione del gioco on line. Siamo stati i primi a lanciare l’allarme sul gioco d’azzardo, nel 1998 a Roma. In questo tempo non siamo stati presi in considerazione e si è aggravata la situazione». Lo ricorda monsignor Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura “Giovanni Paolo II” onlus, che lancia un appello al premier: «A Renzi chiediamo di essere incontrati e di essere ascoltati: se non sente le associazioni che hanno dato vita al movimento contro l’azzardo, sarà limitato nel provvedimento che potrà approvare». D’Urso ricorda che«tra le conseguenze dell’azzardo non c’è solo la ludopatia, ma anche ricadute economiche molto gravi sul piano personale, familiare, aziendale e, più in generale, sociale. Noi vorremmo offrire al presidente prima che legiferi la nostra esperienza quotidiana sul campo». Monsignor D’Urso denuncia anche «il vuoto che si è creato a luglio scorso con il pensionamento di Santi Giuffrè come commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura».
Vietare la pubblicità
«L’annuncio di Renzi è un segnale positivo, ma finora le iniziative per contrastare l’azzardo non sono state sostanziali. Adesso sarebbe tempo che a questi segnali facessero seguito scelte più efficaci», sottolinea don Armando Zappolini, portavoce della campagna “Mettiamoci in gioco”. «Per noi il segnale più chiaro e inequivocabile sarebbe far approvare una legge per il divieto della pubblicità, presentata nel luglio 2015 alla Camera e al Senato, con la maggioranza assoluta dei parlamentari che l’hanno sottoscritta. Questo significherebbe davvero voltare pagina», precisa Zappolini. Certo,«togliere da tabaccherie e bar le macchinette, e spero anche i gratta e vinci, limita molto l’accesso a questi giochi da parte di fasce più deboli della popolazione». In merito all’affermazione di Renzi sul non allargamento delle maglie su gioco d’azzardo e slot per finanziare la ricostruzione post sisma, per il portavoce di “Mettiamoci in gioco”, «questo è ovvio e scontato dopo quello che è successo a L’Aquila», quando si pensò di finanziare la ricostruzione post sisma anche con l’aumento dell’offerta di giochi, «senza produrre nessun supplemento di aiuto a L’Aquila, ma solo guadagni maggiori a società di gioco: indubbiamente, è bene che l’abbia detto perché in Italia la memoria è sempre molto fragile».
«Una dichiarazione pesante»
Così Luciano Squillaci, presidente della Fict (Federazione italiana comunità terapeutiche), giudica le parole di Renzi, che con questa promessa si assume «anche una responsabilità». «Per noi – afferma – è positivo che non ci siano più slot all’interno dei bar e delle tabaccheria, alla portata di tutti. Speriamo, però, che non resti solo una dichiarazione: non dimentichiamo che a oggi ancora il sistema di cura e di prevenzione non è stato assolutamente implementato. Ora passiamo ai fatti, siamo stanchi di dichiarazioni, se le commisuriamo alla tragedia che vivono queste persone e delle loro famiglie, perché il gioco d’azzardo distrugge tutto». Il presidente della Fict chiede «una norma che non riguardi solo la questione delle slot in bar e tabaccherie, ma che dia anche dignità ai percorsi di cura, riabilitazione e prevenzione che sui territori comunità, Sert e mondo impegnato su queste tematiche stanno cercando di portare avanti con le risorse proprie, benché risicate. È una battaglia impari».
Strada importante
«Siamo molto contenti se questa dichiarazione si tradurrà in realtà, perché è quanto noi stiamo auspicando da tanti anni: un certo tipo di gioco d’azzardo sta producendo una situazione assai pericolosa sul piano sociale», dichiara Roberto Rossini, presidente delle Acli. «Il nostro impegno attraverso varie campagne e sui territori insieme ai comuni è limitare il più possibile la diffusione di slot – evidenzia Rossini -. È chiaro che il Governo in questo caso dà una mano. Le ricadute sociali di un certo tipo di gioco d’azzardo riguarda fasce sociali molto fragili: la proposta di Renzi può essere una strada importante per limitare la ludopatia».