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Milano

Quel “ponte” riaperto tra Santa Sede e Cina

Dopo l’Accordo provvisorio del 2018, all’Università Cattolica per la prima volta due vescovi cinesi hanno incontrato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano

14 Maggio 2019

All’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano un evento storico per il dialogo tra Occidente e Cina. Per la prima volta due vescovi cattolici cinesi hanno preso parte, con il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, a un’iniziativa pubblica dopo l’Accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi, firmato a Pechino il 22 settembre 2018. L’accordo, ha detto il cardinale Parolin, «guarda in primo luogo alla vita della comunità cattolica in quel grande Paese e, di riflesso, incoraggia la Cina a un dialogo sempre più aperto e collaborativo in favore della pace come destino comune della famiglia umana».

Al convegno internazionale dal titolo «1919-2019. Speranze di pace tra Oriente e Occidente», promosso in occasione dei dieci anni dalla fondazione dell’Istituto Confucio, con il cardinale Parolin erano presenti monsignor Li Shan, vescovo cattolico di Pechino, e monsignor Huang Bingzhang, vescovo cattolico di Shantou, oltre a illustri studiosi, come Andrea Riccardi, Adriano Roccucci, Morris Rossabi, Guido Samarani, Liu Guopeng, Agostino Giovagnoli.

«Abbiamo fatto nostra con entusiasmo la sfida di superare l’estraneità culturale con il mondo cinese che oggi è sempre più vicino e che tuttavia rischia di rimanere al fondo lontano, se non promuoviamo la conoscenza, l’incontro e il dialogo», ha detto il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, dando il via ai lavori del convegno internazionale.

«Con papa Francesco siamo giunti agli ultimi passi – per ora – del lungo cammino iniziato da Benedetto XV nel 1919», ha detto il cardinale Parolin nel corso del suo intervento dedicato al tema «L’impegno della Chiesa Cattolica per l’unità della famiglia umana da Benedetto XV a Papa Francesco». «Primo Papa non europeo da molti secoli, Francesco costituisce l’espressione evidente della profonda trasformazione della Chiesa cattolica, il cui baricentro si è progressivamente proiettato dall’Europa verso un orizzonte mondiale», ha aggiunto il Segretario di Stato vaticano. Pertanto, ha concluso, «la sempre più feconda integrazione dei cattolici cinesi nella Chiesa universale e il cammino di riconciliazione tra fratelli avviato negli ultimi anni costituiscono certamente una novità di portata storica, di cui nel tempo beneficeranno in molti, non solo in Cina. Infatti, l’auspicio del Santo Padre Francesco e dell’intera Chiesa cattolica è che tutto ciò possa contribuire, con l’aiuto di Dio, all’edificazione di un mondo più giusto e fraterno, ove l’armonia tra i popoli e le nazioni possa davvero contribuire alla causa della pace e all’unità della famiglia umana».

Secondo il vescovo di Pechino monsignor Li Shan, «negli ultimi sessant’anni, sotto la guida e gli sforzi congiunti dei fratelli più anziani nella fede, illuminata e guidata dallo Spirito Santo, la Chiesa cattolica cinese ha eletto 203 vescovi. I vescovi hanno sempre custodito il tesoro della fede, fedeli alla Chiesa “una, santa, cattolica e apostolica”, hanno lavorato tanto e testimoniato la fede, contribuendo in modo cruciale alla missione pastorale e di evangelizzazione della Chiesa cinese». Per questo, ha continuato, «siamo felici che molti problemi, creati soprattutto dalla difficile situazione internazionale del tempo e non da divergenze religiose, siano oggi risolti: il 22 settembre 2018, grazie ai grandi sforzi di dialogo delle due parti, la Cina e la Santa Sede hanno firmato un accordo provvisorio sulle nomine episcopali, che porta la totalità dei vescovi cinesi nella comunione con il Papa e con la Chiesa universale. Questo è stato il desiderio di molti papi ed è anche il nostro desiderio. Attraverso il dialogo è stato costruito un ponte di pace che ha abbattuto un muro durato quasi settanta anni».

I lavori del convegno internazionale sono stati preceduti dalla Firma dell’Accordo per altri dieci anni con lo Hanban, l’Ufficio per la diffusione del cinese all’estero, collegato con il Ministero dell’Istruzione di Pechino.

L’Istituto Confucio dell’Università Cattolica, prima sede a essere inaugurata in Lombardia, nasce nel 2009 dalla collaborazione tra Ateneo del Sacro Cuore, Beijing Language and Culture University (Pechino) e Hanban/Confucius Institute Headquarters, ed è diretto da Elisa Giunipero, docente dell’Ateneo. Promuove la conoscenza della lingua e della cultura cinese oltre che in università anche presso la più vasta comunità locale attraverso un’ampia gamma di corsi di lingua e di cultura cinese, sempre con la collaborazione di insegnanti madrelingua, per studenti di tutte le età e per le aziende. È inoltre centro ufficiale di certificazione linguistica e sede del Chinese Proficiency Test, unico certificato di competenza linguistica cinese riconosciuto a livello internazionale. Nel vasto numero delle attività culturali sulla Cina, promosse dall’Istituto Confucio, si segnalano quelle sullo studio della Via della seta ieri e oggi. Inoltre realizza progetti di ricerca, corsi di formazione per insegnanti e pubblicazioni scientifiche.