Un sasso come amico. È la bizzarra ultima tendenza made in Corea che spopola tra i millennials su Tik Tok e che riprende la moda americana delle pet rocks, gadget ideato da Gary Ross Dahl negli anni Settanta: pietre dipinte con occhi naso e bocca in una scatolina (rigorosamente con i buchi, per non farle soffocare), con tanto di libretto di istruzioni per prendersene cura, da regalare agli amici, come antidoto alla solitudine. L’idea di occuparsi di un oggetto inanimato ricorda anche il tamagotchi, il “simulatore di vita”, un gioco elettronico giapponese degli anni Novanta che ebbe tanto successo anche in Italia.
Non si sa se sorridere o inquietarsi, nel leggere queste notizie che giungono dall’Asia. «Non mi stupisce – afferma Emanuela Confalonieri, docente di Psicologia dello Sviluppo e Psicologia dell’Educazione all’Università Cattolica -: la pressione lavorativa e le richieste di performance sono molto alte verso i giovani nei Paesi asiatici». Ma fatta anche un po’ la “tara” culturale, è indubbio che questa tendenza rispecchi alcune fragilità giovanili dei nostri tempi, che si riscontrano sempre di più anche da noi e che preoccupano medici ed educatori: «Mode come questa ci parlano di una maggiore fatica dei giovani a intrecciare e a mantenere relazioni. Anzitutto, perché è cresciuta la paura verso il futuro: questo è un tratto che caratterizza sicuramente i giovani e che li spinge a richiudersi in sé stessi, o comunque a impegnarsi meno sul fronte delle relazioni. Perché le relazioni significative portano necessariamente con sé il tema del futuro».
Un altro ostacolo alla crescita dei rapporti duraturi deriva, secondo Confalonieri, dall’uso massiccio dei social: «I giovani che stanno molte ore sui dispositivi elettronici stanno perdendo competenza nelle relazioni interpersonali. Ma le relazioni rimangono importanti, se ne ha bisogno, quindi ecco spiegata la ricerca di compensazioni, di un oggetto in qualche modo “sostitutivo”, come possono essere le pietre nell’esempio da cui siamo partiti».
A queste difficoltà è legato anche l’aspetto più assurdo del trend, cioè l’accudimento del sasso: «Trovare rassicurazione in un presunto rapporto con un oggetto inanimato – spiega Confalonieri – racconta una fatica di base a impegnarsi in relazioni che chiedono cura, attenzione, impegno. Non parliamo del progetto di avere un figlio, ma anche solo prendere in casa un animale può essere percepito come troppo faticoso per chi, come dicevamo, non ha più uno sguardo aperto sul futuro, si rifugia nel mondo virtuale e ha perso l’abitudine alle relazioni vis-à-vis».
«La conseguenza – aggiunge Confalonieri – è rinunciare anche a quella che è la contropartita di una relazione importante, che cioè anche l’altro si prenda cura di noi. Cosa che evidentemente un oggetto inanimato non può darci».
Queste dinamiche si riflettono perfettamente nell’ambito delle relazioni sentimentali dei giovani, conclude Confalonieri: «Si tratta di relazioni che di sicuro hanno assunto fisionomie molto più diversificate rispetto ad una volta, dal punto di vista dell’impegno, ma anche e soprattutto della definizione della relazione stessa. Che tipo di legame stiamo vivendo? Cosa c’è tra noi? Spesso i giovani preferiscono rimandare queste domande e in situazioni sentimentali un po’ indefinite, molto caratterizzate da incertezze e da ambiguità».