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Sirio 01 - 10 novembre 2024
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27 febbraio

No agli aerei militari

Il Governo ha annunciato un taglio all’acquisto degli F35, ma quale difesa deve progettare un Paese? Incontro sul tema della pace promosso da associazioni che si oppongono alla produzione bellica

23 Febbraio 2012

Una serata per riflettere e discutere insieme sulle scelte del Governo relative all’acquisto dei cacciabombardieri F35 si terrà lunedì 27 febbraio, alle 21, nel Salone Monsignor Bicchierai presso la Caritas Ambrosiana (via San Bernardino 4, Milano).

In questa occasione saranno riprese le ultime dichiarazioni rese dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola alle commissioni Difesa congiunte di Camera e Senato. Il Ministro ha annunciato che l’organico delle forze militari verrà ridotto di 30 mila unita, e che ci sarà un taglio sull’acquisizione dei cacciabombardieri F35: il Governo ne acquisterà 90 rispetto ai 131 previsti. È sufficiente?

Sul tema “Volo F35: ultima chiamata. Perché ridurre la produzione dei cacciabombardieri F35 è un passo positivo. Ma non basta” interverrà come relatore don Renato Sacco, di Pax Christi, parroco nel Novarese, poco lontano dal luogo in cui dovrebbero essere assemblati gli F35, da anni impegnato nella rete di associazioni e persone che si oppongono a questa produzione bellica.

L’incontro è promosso da Acli, Caritas Ambrosiana, Casa per la pace, Centro Helder Camara, Comunità di Sant’Angelo, Libera Milano, Pax Christi, Sae. Sullo sfondo dell’iniziativa le parole di monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, presidente di Pax Christi Italia: «Il principio che un cacciabombardiere F35 non sia la risposta al cammino verso la pace rimane fermo. Certo, ridurre la produzione è stato un passo positivo. Però è soltanto un primo passo. La domanda vera è: qual è la difesa che un Paese deve progettare? Anche in questi giorni comprendiamo bene che la vita è difesa dalle infrastrutture che funzionano, da istituzioni efficienti e amiche delle persone. Di conseguenza il tema della pace ha bisogno di questa ampiezza per essere compreso. Questa scelta del governo dovrà ora passare al vaglio del dibattito parlamentare. Noi ci auguriamo che, attraverso le mozioni che verranno proposte, si apra un confronto sulla difesa che dobbiamo approntare come Paese».