Ha destato impressione in tutto il mondo la notizia della morte di Neil Armstrong, il primo uomo a sbarcare sulla Luna. Aveva da poco compiuto 82 anni, essendo nato a Wapakoneta, nell’Ohio, il 5 agosto 1930. È morto per complicazioni post-operatorie dopo un intervento al cuore cui si era sottoposto all’inizio del mese. Uomo di profonde convinzioni religiose, Armstrong era laureato in ingegneria, aveva combattuto in Corea e poi si era impiegato come collaudatore di aerei militari.
Alle 22, 17 minuti e 40 secondi di domenica 20 luglio 1969 (ora italiana) il modulo lunare Lem “Aquila” con a bordo Neil Armstrong ed Edwin Aldrin atterrava sulla Luna, nella zona chiamata Mare della Tranquillità. Il terzo astronauta, Michael Collins, era rimasto in orbita lunare sul modulo di comando “Columbia”. Era la fase più delicata della missione Apollo 11, iniziata quattro giorni prima. Alle 4 e 57 minuti di lunedì 21 luglio (ora italiana) Armstrong, discesa con prudenza la scaletta del Lem, mise finalmente piede sul suolo lunare pronunciando la celebre frase: “È un piccolo passo per un uomo, ma un passo gigantesco per l’umanità”. Poi la passeggiata lunare dei due astronauti, che lasciarono sulla Luna una targa commemorativa: “Qui uomini del pianeta Terra per la prima volta posarono il piede sulla Luna. Siamo venuti in pace per tutta l’umanità. Luglio 1969, Anno Domini”. L’impresa lunare fu un evento televisivo seguito in diretta da circa 600 milioni di spettatori in tutto il mondo. Tra essi anche il Papa. Paolo VI si era recato verso le 22 di domenica 20 luglio alla Specola di Castel Gandolfo dove aveva osservato la Luna attraverso il telescopio e ascoltato alcune informazioni scientifiche dall’allora direttore dell’osservatorio astronomico vaticano, padre O’ Connell. Poi aveva seguito davanti al televisore le fasi dell’atterraggio con il sostituto della segreteria di Stato mons. Benelli.
Pochi minuti dopo l’approdo del Lem inviava ai protagonisti questo messaggio: “ Qui parla a voi astronauti, dalla sua specola di Castel Gandolfo, vicino a Roma, il Papa Paolo VI. Onore, saluto e benedizione a voi, conquistatori della Luna, pallida luce delle nostre notti e dei nostri sogni! Portate ad essa, con la vostra viva presenza, la voce dello spirito, l’inno a Dio, nostro Creatore e nostro Padre. Noi siamo a voi vicini con i nostri voti e le nostre preghiere. Vi saluta con tutta la Chiesa cattolica il Papa Paolo VI”.
Non fu l’unico intervento del Pontefice per la storica impresa. La domenica precedente aveva invitato tutti i fedeli a pregare per gli astronauti dell’Apollo 11 e domenica 20 luglio all’Angelus, sempre da Castel Gandolfo, aveva auspicato che la conquista della spazio significasse anche un vero progresso per l’umanità afflitta da guerre (tra le altre, allora, nel Vietnam) e dalla fame, sostenendo la necessità di non dimenticare, “nell’ebbrezza di questo giorno fatidico”, il bisogno e il dovere che “l’uomo ha di dominare sé stesso”.
Paolo VI avrebbe poi ricevuto in udienza Armstrong e i suoi due colleghi in visita a Roma (città natale, tra l’altro, di Collins), giovedì 16 ottobre 1969. “Con la più grande gioia nel cuore diamo il benvenuto a voi, che superando le barriere dello spazio, avete messo piede su un altro mondo del Creato”, così salutò Paolo VI i tre astronauti, accompagnati dalle consorti e da funzionari della Nasa. E aggiunse: “L’uomo ha la tendenza naturale ad esplorare l’incognito, a conoscere il mistero; ma l’uomo ha anche timore dell’incognito. Il vostro coraggio ha superato questo timore e, con la vostra intrepida avventura, l’uomo ha compiuto un altro passo verso una maggiore conoscenza dell’universo: con le sue parole, signor Armstrong: un passo gigante per l’umanità”. Gli astronauti regalarono al Papa la riproduzione della targa lasciata sulla Luna e il microfilm con i messaggi dello stesso Santo Padre e dei Capi di Stato, ugualmente lasciati sul suolo lunare. Dopo l’udienza, Armstrong, Aldrin e Collins tennero una conferenza nell’aula del Sinodo dei Vescovi, la cui assemblea straordinaria si svolgeva in quei giorni.
Ricordo
Neil Armstrong e l’ammirazione
di Paolo VI
La recente scomparsa del primo uomo a metter piede sulla Luna ci porta al ricordo di come Papa Montini seguì lo sbarco nel Mare della Tranquillità dalla specola di Castel Gandolfo e del suo caoloroso messaggio ad Armstrong e compagni: «Onore, saluto e benedizione a voi, conquistatori della Luna...»