Padre Colombano Labang La Di è stato rilasciato questa mattina ed è stato accompagnato, personalmente dalle autorità locali, dal vescovo di Banmaw presso il centro diocesano. Ad annunciarlo al Sir è il vescovo della diocesi birmana, monsignor Raymond Sumlut Gam. «Vorrei esprimere il mio più profondo ringraziamento e apprezzamento a papa Francesco – dice – e alle comunità in tutto il mondo per le preghiere speciali e il sostegno che stanno dando alla pace e alle persone che soffrono in Myanmar».
Padre Colombano La Di è stato ordinato sacerdote il 5 maggio 2017 nella diocesi di Banmaw. È attualmente parroco di Prang Hkung Dung, situata al confine con la Cina, dove vivono nei campi profughi migliaia di sfollati interni. «La mattina del 13 maggio – racconta il vescovo – padre Colombano stava viaggiando da Banmaw a Myitkyina con la sua macchina quando è stato fermato a un posto di blocco militare a circa 22 miglia a Nord della città di Banmaw, dove sono in corso intensi combattimenti. Hanno trovato alcune foto e dati tra cui immagini dell’Esercito per l’indipendenza Kachin (Kia) nel suo telefono cellulare ed è stato portato alla base militare di Banmaw per ulteriori domande. Ne sono venuto a conoscenza solo il giorno successivo ma a nessuno è stato permesso di incontrarlo». Sabato 15 maggio il vescovo ha inviato una lettera con un appello al comandante e alle autorità statali e ai relativi alti funzionari per il suo rilascio e «oggi il sacerdote è stato rilasciato. Le autorità interessate lo hanno personalmente accompagnato e consegnato al vescovo e ai sacerdoti presso il centro diocesano».
La diocesi di Banmaw si trova nello Stato del Kachin, all’estremo settentrione del Paese. È abitato da meno di due milioni di persone, in maggioranza cristiani, tra cui 120 mila cattolici. È la regione che più ha subito le iniziative militari sia nel mezzo secolo di dittatura sia nell’ultimo decennio. L’instabilità politica ha provocato un forte numero di sfollati e le Chiese locali sono fortemente impegnate su questo fronte per aiutare le persone.
«Dal 2011 – conferma il vescovo -, anno in cui è iniziato il rinnovato conflitto armato tra l’esercito del Myanmar e la Kia, la diocesi di Banmaw ha ospitato oltre 50.000 sfollati interni. A causa dei recenti disordini politici e dei combattimenti, più di 5.000 persone sono state sfollate nell’area di Banmaw. I nuovi sfollati interni si stanno rifugiando nei complessi ecclesiastici e nei monasteri buddisti, nelle parrocchie di Banmaw, Momauk e Nanhlaing. La diocesi sta cercando di rispondere alle prime necessità, fornendo accompagnamento pastorale e assistenza umanitaria attraverso la Caritas di Banmaw».