Solo uno su cinque tra i minori stranieri non accompagnati che arrivano nel nostro Paese è integrato nel sistema scolastico italiano. È quanto emerge da un’ampia ricerca condotta dal Settore Educazione di Fondazione ISMU ETS a partire da uno Studio conoscitivo sui MSNA e l’accesso all’istruzione, supportato da un comitato scientifico di esperti del tema e condotto da un ampio gruppo di ricercatori, che è stato effettuato su incarico del Ministero dell’Istruzione (2020/22) in collaborazione con una cabina di regia cui hanno partecipato la Direzione Generale Immigrazione e Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Divisione II), il Ministero dell’Interno e l’ANCI.
I risultati della ricerca, che ha permesso di ricostruire, per la prima volta, il quadro nazionale sulla presenza dei MSNA nel sistema scolastico-formativo e sulle pratiche di integrazione tra scuole e territori, saranno presentati durante il webinar «Perché occuparsi di minori stranieri non accompagnati a scuola», in programma dalle 16.30 alle 18 del 20 novembre, in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
I dati principali della ricerca
Le attività di ricerca si sono sviluppate, a partire dal 2020, utilizzando tecniche quantitative e qualitative di rilevazione dei dati. Tra queste, è stata realizzata un’indagine campionaria su scala nazionale sui MSNA nel sistema scolastico italiano, attraverso il coinvolgimento di enti di prima e seconda accoglienza sparsi in tutta Italia. Nella prima wave, realizzata nel 2020, è stato considerato un campione rappresentativo di 130 enti con strutture di prima e seconda accoglienza e di 1.399 MSNA a essi associati; la seconda fase del 2022 ha riguardato invece un campione di 149 enti e 2.000 MSNA a essi associati. I dati raccolti nelle due rilevazioni sono poi confluiti in un database unico comprendente 3.399 casi di MSNA, su cui sono state svolte successive analisi.
Profilo dei MSNA censiti. Su 3.399 MSNA censiti, i maschi rappresentano il 98,6% del campione. La componente numericamente più rilevante è composta da diciassettenni e neomaggiorenni (3/4 del campione), mentre i sedicenni sono pari al 18%.
Livelli di istruzione nel Paese di origine. Quasi la metà del campione ha frequentato l’istruzione primaria (46%), il 28% l’istruzione secondaria e circa il 15% nessuna scolarizzazione (per l’8% la scolarizzazione non è nota e per il 3% è la scuola coranica).
Competenze linguistiche. Circa il 60% dei MSNA censiti parla almeno un’altra lingua oltre all’italiano, il 30% parla almeno due lingue straniere e il 7% tre lingue e più. Tra le lingue più parlate troviamo: arabo (1.194 sul totale del campione), albanese (546), bengalese (481), francese (407), inglese (385).
Provenienze. Il 35% del campione proviene dal Nord Africa, con una netta predominanza di egiziani (774) e tunisini (351). Segue il continente asiatico (circa 1/4 del campione totale), soprattutto Bangladesh (548) e Pakistan (265). Circa il 20% è originario dell’Africa subsahariana, in particolare: Gambia (167) e Costa d’Avorio (100), seguiti da Guinea, Somalia, Mali, Senegal. Infine, il 17% circa arriva da Paesi dell’Est Europa, soprattutto dall’Albania (531), con una piccola quota di kosovari (53).
Condizioni nel Paese di origine. Nel Paese di provenienza, quasi la metà era studente; il 19% studenti-lavoratori (19% circa), il 13% lavoratori. Fra i MSNA provenienti da Paesi Europei predominano gli studenti. I lavoratori e gli studenti-lavoratori rappresentano, invece, il 35% circa dei MSNA originari di Africa e Asia. I giovani in condizione di NEET, cioè giovani che non studiavano né lavoravano già in patria, sono oltre il 20% fra i subsahariani e gli asiatici.
Principali aree geografiche di accoglienza e inserimento in Italia. Circa 1/3 dei MSNA censiti è ospitato in un centro di prima accoglienza, i restanti 2/3 vivono in strutture di seconda accoglienza. Il 21% è ospitato in strutture di accoglienza collocate in Sicilia. Segue la Lombardia, con quasi il 14%. Nel complesso, le più alte concentrazioni di MSNA si trovano al Sud o in Sicilia (42%) e nelle regioni del Nord-Ovest (31%).
Il quadro sull’inserimento scolastico-formativo dei MSNA in Italia. La quota maggiore di MSNA è inserita in corsi di alfabetizzazione linguistica in Italiano L2 realizzati presso gli enti che li ospitano (per oltre il 45% del campione) oppure, in misura leggermente inferiore, presso i CPIA del territorio (40%). Nell’istruzione ordinaria, la presenza di MSNA è decisamente inferiore rispetto agli altri programmi di apprendimento considerati.
Esiti nei programmi di apprendimento. Il 67,9% dei MSNA ha concluso i programmi di apprendimento frequentati: nel complesso, quasi 500 MSNA del campione hanno ottenuto attestati di certificazione dei corsi di lingua italiana frequentati e circa 300 hanno conseguito la licenza di terza media (soprattutto nei CPIA, ma anche nella scuola secondaria di primo grado).
Correlazione tra area di provenienza e inserimento nel sistema scolastico formativo. Dallo studio emerge un vantaggio nell’accesso, tanto all’istruzione scolastica/formativa quanto ai CPIA, per i MSNA che provengono da Paesi europei. In particolare, a parità di condizioni, questi ultimi hanno il 50% in più di probabilità di accedere alla scuola o alla formazione professionale. Inoltre, si osserva uno svantaggio per i MSNA con provenienze asiatiche, soprattutto guardando l’accesso all’istruzione formale, anche se questo pare in larga parte dovuto ad altre caratteristiche composizionali di tale gruppo.
Integrazione nel sistema scolastico. Tra i MSNA censiti, solo un minore su cinque è integrato nel sistema scolastico italiano (21%), ovvero in percorsi frequentati da coetanei nativi e che offrono la possibilità di acquisire un titolo di studio. Anche considerando i corsi di primo/secondo livello presso i CPIA, solo il 18% è in questa condizione. Non trascurabile (9%) è infine la quota di MSNA non coinvolti in alcuna tra le attività educativo-formative, risultando fuori da ogni tipo di programma di apprendimento.
La “variabile tempo”. Tra i minori che vengono inseriti in almeno un corso di studi e per cui sia nota la data di primo ingresso, il tempo medio di primo inserimento è di 5,5 mesi dall’arrivo. Metà dei minori viene inserita entro un mese dall’arrivo, mentre per arrivare al 75% dei MSNA inseriti bisogna attendere 8 mesi. A 24 mesi dall’arrivo, il 90% dei minori è stato inserito in almeno un corso. I tempi di inserimento, tuttavia, variano in base al tipo di formazione (alfabetizzazione, istruzione o formazione professionale), al contesto territoriale e a ulteriori fattori di fragilità nell’esperienza del minore, come la presenza di disabilità.
Il tempo medio di primo inserimento varia anche sulla base della collocazione geografica delle strutture di accoglienza in cui sono presenti i minori. Infine, l’inserimento è tanto più veloce quanto è maggiore l’età all’arrivo. In particolare: la metà dei ragazzi giunti in Italia a 17 anni è inserita in un qualunque programma di apprendimento entro un mese. Tale valore sale a due mesi per chi è arrivato a 16 anni e raddoppia per quelli arrivati a 15 anni. Tra i più giovani, entro 24 mesi solo il 50% è inserito in un percorso scolastico.
Il punto di vista dei minori. «La prima cosa che devo fare è la lingua. Senza lingua non puoi vivere». «Io ho cominciato a lavorare a 10 anni, ma i miei non erano d’accordo, però io almeno dalla parte economica volevo essere autonomo. Prendevo ciò che mi serviva e il resto glielo davo alla mia mamma». «Io penso così che se tu hai la scuola, hai una qualificazione, tu puoi trovare lavoro, trovi lavoro dove vuoi». Sono alcune tra le risposte date dai MSNA durante le 52 interviste svolte, inserite all’interno di una più ampia parte qualitativa della ricerca che ha raccolto le voci dei vari soggetti coinvolti nella relazione educativa (operatori dell’accoglienza e insegnanti, oltre ai minori stessi) e i cui risultati sono presentati nel volume Minori stranieri non accompagnati a scuola. Se l’improbabile diventa possibile. Dalla ricerca emerge che le scelte individuali dei MSNA rispetto ai propri progetti di vita, inclusi quelli scolastici, dipendono non solo dalle risorse materiali e immateriali che hanno a disposizione, ma anche dalle modalità attraverso cui i contatti interpersonali (con familiari, amici, compagni di viaggio, educatori o docenti) plasmano le informazioni circa il nuovo Paese o influenzano le pratiche sociali attuabili nel nuovo territorio, modellando i loro apprendimenti.
I risultati della ricerca sono raccolti nel volume Minori stranieri non accompagnati a scuola. Se l’improbabile diventa possibile, a cura di Mariagrazia Santagati, Alessandra Barzaghi e Chiara Ferrari (FrancoAngeli), disponibile a questo link