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Sirio 01 - 10 novembre 2024
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Bruxelles

Migranti, urgente una politica europea

Una relazione della Commissione Ue sottolinea la necessità di «ulteriori progressi verso un sistema di gestione della migrazione responsabile ed equo nell’Unione»

di Gianni Borsa Agensir

7 Ottobre 2022

La Commissione europea ha presentato una relazione sugli sviluppi chiave nel settore della migrazione e dell’asilo, facendo il punto sui progressi compiuti nell’ultimo anno con il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo.

Il documento identifica le principali sfide future, sottolineando la necessità di «ulteriori progressi verso un sistema di gestione della migrazione responsabile ed equo nell’Ue». «Dalla guerra della Russia contro l’Ucraina che ha causato il più grande sfollamento forzato di persone in Europa dalla seconda guerra mondiale, alla strumentalizzazione della migrazione per scopi politici da parte del regime bielorusso, attraverso una pandemia e restrizioni di viaggio senza precedenti – si legge in una nota diffusa a Bruxelles -, il tutto insieme a una pressione continua e persino crescente sui tradizionali rotte migratorie: nell’ultimo anno l’Ue ha dovuto affrontare una serie di sfide con importanti ripercussioni sulla migrazione, l’asilo e la gestione delle frontiere». L’Ue «si è dimostrata in grado di reagire rapidamente, con solidarietà concreta e coordinamento efficace. Tuttavia, questi sviluppi sono stati anche un chiaro promemoria del fatto che sono necessarie riforme strutturali del sistema di asilo e migrazione per preparare l’Ue27 ad affrontare sia le situazioni di crisi che le tendenze a lungo termine».

La Commissaria per gli affari interni Ylva Johansson ha dichiarato: «In vista del prossimo Consiglio giustizia e affari interni, la Commissione presenta questa relazione che evidenzia chiaramente l’urgente necessità di europeizzare la politica migratoria».

Il monitoraggio delle rotte

La Commissione ha continuato in questi mesi a monitorare gli sviluppi lungo le principali rotte migratorie. La rotta del Mediterraneo centrale «rimane quella più utilizzata. Quasi tutti gli arrivi sono stati in Italia, con Malta che ha registrato un calo sostanziale». Gli arrivi irregolari lungo la rotta del Mediterraneo orientale sono raddoppiati rispetto al 2021, «principalmente a causa dell’accresciuta pressione migratoria a Cipro, che attualmente rappresenta circa il 60% degli arrivi lungo la rotta». Sulla rotta Mediterraneo occidentale/Atlantico, Algeria e Marocco/Sahara occidentale rimangono i principali Paesi di partenza verso la Spagna continentale e le Isole Canarie. Lungo la rotta dei Balcani occidentali, «nei primi otto mesi del 2022 sono stati rilevati oltre 86 mila attraversamenti irregolari di frontiera, quasi tre volte di più rispetto al 2021 e più di dieci volte il totale nello stesso periodo del 2019». La situazione al confine orientale con la Bielorussia «continua a essere stabile, con un numero significativamente inferiore di valichi di frontiera irregolari rispetto al culmine della crisi della strumentalizzazione nel 2021».

La crisi ucraina

Dal Rapporto emergono alcune chiavi di lettura del fenomeno migratorio, a partire dalla «solidarietà senza precedenti mostrata all’Ucraina». «L’Europa – vi si afferma – ha offerto un’accoglienza senza precedenti a milioni di persone in fuga dalla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, attraverso la prima attivazione in assoluto della Direttiva sulla protezione temporanea». Si sottolinea inoltre una rafforzata gestione delle frontiere esterne; la collaborazione con i partner internazionali; le azioni di contrasto alle minacce ibride.

Secondo l’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen, le istituzioni Ue sarebbero «sulla buona strada per compiere progressi sul nuovo Patto su migrazione e asilo», sostenuto anche dalle presidenze del Consiglio e dal Parlamento europeo. Il Patto «offre l’approccio globale necessario per gestire la migrazione in modo efficace e umano». Come prossimi passi, la Commissione invita gli Stati membri ad «attuare il meccanismo volontario di solidarietà» e il Parlamento e il Consiglio ad attuare la tabella di marcia comune «con l’obiettivo di adottare tutte le proposte in discussione entro marzo 2024».