Il pianto di una bambina di strada davanti a Papa Francesco, durante il suo viaggio nelle Filippine, rappresenta simbolicamente il pianto dei bambini sofferenti di tutto il mondo. L’ultimo giorno a Manila, durante l’incontro con i giovani, il Papa ha ascoltato Glyzelle Palomar e Jun Chura, che hanno parlato della loro vita di strada, difficile e dura come tanti altri bambini vittime di abusi, abbandonati, picchiati, sfruttati per la prostituzione minorile, indotti all’uso di droga e farmaci, costretti a lavorare in condizioni pericolose, ingaggiati come bambini soldato o come manovalanza nei giri criminali, venduti per il traffico di organi. Dopo il racconto Jun è scoppiata in lacrime e ha chiesto al Papa: «Perché Dio permette certe cose?». Il Papa, abbracciandole, ha risposto: «Non ci sono parole per rispondere a questa domanda. La prima cosa che vi volevo dire è: impariamo a piangere». Oggi il 31% della popolazione mondiale (2,2 miliardi) è costituito da bambini e adolescenti (fonte: rapporto Unicef 2014). Gli aridi numeri danno solo una misura approssimativa di quanto sia grande, nel mondo, la sofferenza dei bambini.
Mortalità infantile e bambini “invisibili”
Nel 2012 almeno 6,6 milioni di bambini sotto i 5 anni – 18mila al giorno – sono morti per cause che si sarebbero potute facilmente prevenire o curare, come le malattie diarroiche dovute ad acqua contaminata e carenza di servizi igienici, che uccidono 1.400 bambini al giorno. I tassi più alti di mortalità tra 0 e 5 anni sono tutti in Africa: Sierra Leone, Angola, Ciad, Somalia, Repubblica democratica del Congo. 230 milioni di bambini sotto i 5 anni non sono mai stati registrati all’anagrafe, per cui è come se non esistessero. Nel mondo ancora 57 milioni di bambini non hanno la possibilità di frequentare la scuola primaria.
Lavoro minorile
Nel mondo più di 150 milioni di bambini sono intrappolati in impieghi che mettono a rischio la loro salute mentale e fisica, condannandoli ad una vita senza svago né istruzione. L’Unicef fa una distinzione tra child labour in condizioni di sfruttamento (69 milioni nell’Africa subsahariana, 44 milioni in Asia) e il più positivo children’s work, quando i bambini, volontariamente, contribuiscono al bilancio familiare con piccoli lavori, ma continuano ad andare a scuola. Secondo i dati dell’Ilo (Organizzazione internazionale per il lavoro), almeno 74 milioni di bambini svolgono lavori pericolosi: in miniera, a contatto con sostanze chimiche e pesticidi agricoli. Tra le peggiori forme di lavoro minorile, i bambini che raccolgono rifiuti da riciclare in strada. Una vera e propria forma di schiavitù è poi il lavoro domestico, con bambine che vivono sempre nell’incubo di violenze e abusi.
Matrimoni precoci e abusi sulle bambine
L’11% delle giovani donne si sono sposate prima di aver compiuto 15 anni, con gravi conseguenze sulla salute, l’istruzione e la tutale dei diritti. Nel 2011 circa 31 milioni di bambine in età scolare risultavano analfabete. Quasi metà delle adolescenti tra 15 e 19 anni di età (circa 126 milioni) giustifica il marito che picchia la moglie, una percentuale che sale all’80% in Afghanistan, Guinea, Giordania, Mali e Timor est. Nel mondo circa 120 milioni di ragazze sotto i 20 anni (una su 10) hanno subito qualche forma di abuso sessuale. 84 milioni di adolescenti, ossia una su 3, sono state vittime di violenza psicologica, fisica o sessuale da parte del marito o del partner.
Violenza su minori
Un recente rapporto dell’Unicef documenta lo sconcertante aumento dei casi di abusi fisici, sessuali e psicologici sui bambini, con comportamenti che perpetuano e giustificano la violenza, ovunque nel mondo, soprattutto dove i bambini dovrebbero sentirsi al sicuro: a casa, scuola, nelle proprie comunità. Circa il 17% dei bambini, in 58 Stati presi in esame, risultano soggetti a forme severe di punizione fisica (percosse sulla testa, alle orecchie o in faccia). Oltre un terzo degli studenti tra 13 e 15 anni è sistematicamente vittima di bullismo in ambiente scolastico. Nel mondo, un quinto degli omicidi ha come vittima un bambino o un ragazzo sotto i 20 anni. Nel 2012 sono stati assassinati 95mila bambini e giovanissimi. L’omicidio è la principale causa di morte tra i maschi minorenni a Panama, Venezuela, El Salvador, Trinidad e Tobago, Brasile, Guatemala, Colombia. Non ci sono poi cifre su un fenomeno atroce documentato dalla cronache in Paesi come il Guatemala: bambini che vengono rapiti o uccisi per il traffico di organi. Il male minore è che vengano rapiti per il traffico di adozioni internazionali.
Sfruttamento sessuale e prostituzione minorile
Le stime dell’orrore, secondo l’Unicef, parlano di 1 milione di bambine e bambini che ogni anno sono vittime di sfruttamento sessuale a fini commerciali. Altre fonti parlano di 5,5 milioni di minori trafficati, di cui il 62% sfruttati sessualmente. La maggior parte delle bambine è trafficata nei bordelli dell’Asia sud-orientale (Thailandia, Filippine, Cambogia), ma anche nei Paesi dell’America latina (500mila in Brasile e altrettante in Perù) e dell’Europa dell’est. Secondo la rete Ecpat (Ending child prostitution, pornography and trafficking) il numero sarebbe molto più di alto di quello stimato dall’Unicef: circa 20 milioni, di cui il 20% nella sola India. I Paesi cosiddetti “sviluppati” non ne sono immuni: tra i 300 e i 600 mila negli Stati Uniti, 200 mila in Canada. Anche in Italia circola un dato inquietante: l’8-10% delle prostitute di strada è minorenne, senza contare la prostituzione al chiuso.
Bambini di strada
Secondo Terre des hommes sono tra i 100 e i 150 milioni i bambini di strada nel mondo, ma si pensa che il numero sia in aumento a causa della crescita della popolazione globale e dell’urbanizzazione. Anche qui si fa una distinzione tra bambini “sulla” strada che la sera tornano a casa e bambini “di” strada, che invece non hanno una famiglia. Vivono di espedienti: mendicano, lustrano scarpe, vendono cianfrusaglie, rubano, frugano nelle immondizie, fanno i parcheggiatori. Molti di loro sniffano colla o assumono farmaci per stordirsi. Subiscono diffuse e ripetute violenze da adulti che li vendono o li sfruttano e spesso vengono picchiati e torturati dalle forze dell’ordine. In alcuni Paesi, come in Brasile o in Guatemala, vi sono vere e proprie operazioni di polizia contro di loro.
Bambini soldato
In Siria, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana e in tanti altri Paesi: sono più di 250mila i bambini soldato arruolati nelle milizie, negli eserciti, nelle guerriglie locali. Spesso vengono rapiti, costretti ad assumere droghe e a svolgere ruoli di spie o scudi umani. Molte bambine sono abusate come schiave sessuali da parte di soldati adulti.