Lunedì 30 settembre, alle 18, presso l’Ambrosianeum (via delle Ore 3, Milano), si terrà la presentazione del libro Dare un’anima alla politica, di don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Cei, con la prefazione del cardinale Zuppi (San Paolo, 254 pagine, 24 euro). L’incontro è promosso da Città dell’uomo Aps, Azione cattolica ambrosiana e da Fondazione Ambrosianeum (vedi qui la locandina). Intervengono Elena Granata (docente del Politecnico di Milano e vicepresidente del Comitato scientifico delle Settimane sociali) e Marco Ferrando (vicedirettore di Avvenire). Modera Fabio Pizzul (presidente di Ambrosianeum). Sarà presente l’autore (info: segreteria@azionecattolicamilano.it)
Il testo affronta la questione politica secondo un particolare punto di vista: quello della spiritualità. Giustificato dal fatto che, per sortire dall’acclarata crisi in cui versa, a ogni livello, la politica – attività, per altro, fondamentale in ordine alla crescita di una società “a misura d’uomo” -, occorre “nominare”/riconoscere le sue disfunzioni e le cause generatrici, invertendone radicalmente le logiche. Tutto ciò si esprime in una perentoria affermazione posta in esordio del primo capitolo, che funge da tesi conduttrice dell’intera riflessione: «La politica ha bisogno di convertirsi alla fraternità». È dichiarazione non “ingenua”, ma coraggiosa. Indica una prospettiva concettuale e operativa, assumendo la quale si possono avviare processi di discontinuità con indirizzi e prassi politiche negativi.
Dentro quest’ottica, l’insegnamento magisteriale, riletto con rigore storico, offre concetti-chiave per orientare in modo umanamente degno l’agire politico: da libertà a «bene comune», da «esemplarità di vita» a competenza, da «interiorità» ad «arte della parola» (vera, non imbonitrice), da «servizio» a «relatività e chance della politica». Il vertice lessicale della spiritualità in esame sta nella celebre affermazione di Paolo VI: la politica come forma più alta di carità.
Tale ordine di questioni è ampiamente svolto nella prima parte del testo, «Quale spiritualità politica?». Nella seconda, «Quando la politica genera spiritualità…», sono presentate alcune figure di credenti italiani che hanno onorato l’impegno politico, mostrandone bellezza e valore (peraltro, mai disgiunti da fatica, incomprensioni, conflitti). Il riferimento è a Tina Anselmi, Maria Eletta Martini, Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira, David Sassoli.
Belle le riflessioni della conclusione («Artigiani di comunità»). La politica, democraticamente intesa, «è il luogo dell’accoglienza e della risposta: non più al singolo, ma alla società che vive di attese rispetto ai bisogni fondamentali dell’uomo».