Vieri Poggiali se ne è andato all’età di 85 anni. Maestro di giornalismo e signore di altri tempi. Ci ha lasciati in punta di piedi, senza disturbare nessuno, creando un grande vuoto tra noi colleghi e soprattutto tra noi pensionati.
Iscritto all’UNGP (Unione giornalisti pensionati) frequentava le riunioni del Gruppo lombardo con assiduità. Cercava di far combaciare i suoi impegni personali con quelli del Gruppo. E quando non poteva esserci si scusava. Sollecitava in questa attività con consigli saggi, dettati da spirito collaborativo, sempre tesi al bene della categoria dei giornalisti.
Appassionato di musica lirica, i suoi interventi suonavano alle nostre orecchie come una sinfonia. Infatti frequentava assiduamente i teatri più famosi d’Europa e d’America quando si recava a Boston da sua nipote. E una delle ultime “scuse” per non aver potuto partecipare al nostro incontro, è stata quella perché lontano da Milano. In Italia, non mancava di assistere alle opere in cartellone alla Scala di Milano, al Teatro La Fenice di Venezia, al San Carlo di Napoli, al Petruzzelli di Bari. Una passione, la sua, ereditata da una famiglia di musicofili e giornalisti. Il padre Ciro, infatti, è stato un grande inviato del Corriere della Sera.
Anche Vieri ha dedicato una vita al giornalismo. Quello economico in particolare. Era un superesperto della materia, competenza acquisita nella redazione de Il Sole, quotidiano economico di Milano, quando era in concorrenza col 24 Ore, prima della fusione dei due giornali. Una carriera fulminante, la sua. Appena 27enne, a pochi anni dall’assunzione, venne nominato vicedirettore. Carica che mantenne sino a quando decise di dedicarsi alla libera professione. Antesignano degli attuali freelance scelse la strada della comunicazione aziendale diventando direttore delle relazioni esterne di importanti gruppi industriali e di multinazionali quali Montedison, Hoechest, Philips, Ania. Poi il salto ai vertici aziendali di Fidenza Vetraria e nei consigli di amministrazione di varie società italiane ed estere.
Ma il fascino del “giornalismo puro” non lo ha mai abbandonato. Dalla carta stampata alla televisione il passaggio è stato breve. Contattato dalla Rai, divenne per il Tg1 e per GR Economia commentatore assiduo per parecchi anni, soprattutto nelle edizioni del telegiornale delle 20. Autore di volumi che narrano la storia della chimica e della grande impresa dal dopoguerra al 2000 è stato anche docente alla Cattolica di Milano, insegnando comunicazione aziendale e giornalismo economico.
Da cattolico impegnato, non ha mancato di partecipare alla vita socio-sindacale della categoria. Cofondatore, 40 anni fa, con Italo Uggeri, altro collega impegnato ed espressione del cattolicesimo sociale ambrosiano, della componente di Impegno Sindacale, Vieri Poggiali è stato dapprima consigliere regionale dell’Associazione lombarda dei giornalisti e poi consigliere nazionale sia della Fnsi sia dell’Ordine, per poi diventare membro del Cda dell’Inpgi e successivamente Presidente dell’Istituto, carica che resse per un quinquennio. A lui si devono la crescita di prestigio e lo sviluppo immobiliare dell’Istituto previdenziale dei giornalisti, a partire dai primi anni ‘70 del secolo scorso.
Addio caro Vieri. Ci mancherai. Come ci mancheranno le tue affabili conversazioni e i tuoi preziosi consigli. Da parte nostra cercheremo di mettere sempre a frutto i tuoi insegnamenti e di ricordarti come esempio di abnegazione e impegno, a servizio della nostra categoria, ai colleghi attivi e a tutti i pensionati.