Italia sorvegliata speciale. Per una crisi (leggi qui) percepita – a seconda dei casi – incomprensibile, pericolosa, addirittura irresponsabile. Il mancato sostegno al Governo Draghi, personalità unanimemente stimata in Europa e oltre, tiene banco sui media internazionali, così pure nelle stanze del potere a Berlino come a Parigi, a Londra, Varsavia, Madrid. Nonché a Kiev e a Mosca.
E a Bruxelles si respira aria greve. La fiducia nell’Italia fa un gran passo indietro riportando il Paese a tempi passati. Resta intatta in tutta l’Ue l’autorevolezza del presidente Mattarella, ma non basta. Perché le cinque (almeno) crisi in atto – bellica, sanitaria, economica, energetica e alimentare – richiedono stabilità politica e visioni/progetti di lungo periodo, oltre al rispetto degli accordi assunti in sede europea. Non va dimenticato infatti, che l’Europa assegna all’Italia oltre 200 miliardi per il Pnrr delle riforme e della ripresa, considerando garante lo stesso Mario Draghi. Che però, ora, appare di fatto depotenziato e fuori gioco.
Mentre l’entourage di Putin esulta per il terremoto politico di Roma, così come aveva fatto per la débâcle del britannico Johnson, a Bruxelles ci si domanda se – tra campagna elettorale e prossimo ipotetico governo – l’Italia saprà rispettare gli impegni presi con i partner europei e con l’Ucraina, vittima dell’invasione russa.
Paolo Gentiloni, titolare Ue all’economia, ha dato voce alle preoccupazioni di Palazzo Berlaymont, sede della Commissione: la caduta dell’esecutivo guidato da Draghi «può provocare una tempesta perfetta». Salvo poi provare a medicare la ferita: «Ora è il tempo di voler bene all’Italia: ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese». Dai leader di altri Stati si tende a rispettare la situazione politica interna italiana, benché il premier spagnolo Sanchez abbia apertamente sostenuto la figura del premier, già presidente della Banca centrale europea, in grado – secondo lui – di salvare l’euro dopo la crisi finanziaria del 2008.
Sui giornali
Più espliciti invece i giornali esteri. Le Figaro, espressione dei conservatori francesi, parla di «un dramma di potere in più atti che va in scena da diversi giorni a Roma».
Sullo spagnolo El Pais l’analisi politica della crisi in corso porta questo titolo: «Italia, un altro incendio nell’estate infernale dell’Ue» e il sottotitolo spiega di quale incendio si tratti: «Il Paese transalpino entra in una giungla oscura di potenziale instabilità prolungata e inefficienza del governo». Mentre un commento sulla stessa testata afferma: «Bruxelles teme che l’Italia diventi il tallone d’Achille dell’Ue contro la Russia». Ancora più specifico l’articolo in cui si legge: «La caduta di un Governo in Italia è un fenomeno così comune che a Bruxelles di solito passa inosservato (durano in media 13 mesi dalla seconda guerra mondiale). Ma la cacciata del premier Draghi arriva in un momento di enorme tensione geostrategica».
La musica non cambia guardando oltre oceano. Per il New York Times il “caos politico” tricolore è commentato così: «Il governo Draghi cade a pezzi, ritorna in Italia la politica turbolenta». Anche il Financial Times vede profilarsi problemi su vasto raggio.
Non risparmia nulla Politico.eu, sito frequentatissimo a Bruxelles e nelle capitali europee, che tratteggia cupe previsioni: «Le dimissioni di Draghi porteranno quasi sicuramente a elezioni anticipate in autunno, che farebbero precipitare l’Italia in mesi di agitazione. L’uscita del 74enne ex presidente della Bce priva l’Ue di uno dei suoi leader più esperti in un momento critico, con l’inflazione che galoppa e la guerra che impazza ai confini».
Critiche poi le osservazioni sul populismo di alcuni partiti italiani, possibili candidati a guidare Palazzo Chigi, sollevate dalle testate tedesche Welt e Die Zeit. Restando in Germania, il portale di informazione Rnd.de titola «Un brutto segno per tutta Europa» e apre con la foto di Salvini che in centro a Mosca indossa una maglietta pro Putin. Nel suo commento, Matthias Koch afferma: «I tre precedenti partiti di governo – senza Draghi – ora vogliono intraprendere un percorso diverso, che si adatta meglio alla Russia. […] L’attuale unità nell’Ue e nella Nato, ammirata a livello mondiale, probabilmente finirà in un governo senza Draghi: Mosca potrebbe mettere un piede in entrambe le istituzioni passando per Roma». Parole pesanti, persino ingenerose per il nostro Paese, ma significative di un pensiero strisciante, più o meno velato, in giro per l’Europa.