Israele sotto attacco ieri, quando almeno 200 missili balistici sono stati lanciati dall’Iran. Alle 19.30 ora locale (le 18.30 in Italia) i cellulari israeliani hanno preso a suonare per segnalare “allerta massima” e spingere la popolazione verso i bunker con almeno 6 minuti di anticipo rispetto ai 90 secondi abitualmente concessi dal suono delle sirene che sono scattate di lì a poco, in tutto il Paese, comprese le città di Tel Aviv e Gerusalemme.
Israele, che si appresta a vivere la festa di Rosh haShanà, il Capodanno ebraico, si è ritrovato così sotto attacco iraniano per la seconda volta in poco meno di sei mesi. Molti missili sono stati abbattuti dalla difesa aerea israeliana, mentre alcuni sono caduti a Tel Aviv, vicino al Mar Morto, nel sud e nella regione di Sharon. Le autorità israeliane non hanno segnalato feriti. L’allarme è cessato dopo un’ora e gli israeliani sono stati autorizzati a uscire dai rifugi e anche lo spazio aereo è stato riaperto.
Dalle Guardie della Rivoluzione iraniana sono giunte minacce di nuovi attacchi in caso di risposta israeliana. Dal canto suo il presidente iraniano Masoud Pezeshkian su X ha parlato di «risposta decisa alle aggressioni del regime sionista». Rivolgendosi direttamente al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha poi aggiunto: «Deve capire che l’Iran non è guerrafondaio, ma si opporrà fermamente a qualsiasi minaccia. Questa azione è stata intrapresa in difesa degli interessi e dei cittadini iraniani». Jake Sullivan, consigliere del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha confermato che le forze armate statunitensi hanno collaborato con quelle israeliane per rispondere all’attacco iraniano.
A Gerusalemme
«Quello che sta succedendo in queste ore in Terra Santa è quello che temevamo. Il continuo aumento dell’odio, la violenza degli uomini verso altri esseri umani ha attraversato questa sera il cielo di Gerusalemme – dichiara il vicario della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas -. Ero nella nostra chiesa a San Salvatore per il triduo in preparazione alla Festa di San Francesco. Durante la recita dei Vespri abbiamo sentito il sibilo dei missili. Abbiamo pregato in silenzio preoccupati per i nostri fratelli, per la gente, per i Luoghi Santi. La violenza degli uomini ha toccato il cielo della Città Santa. Le luci dei missili hanno illuminato a giorno Gerusalemme, Betlemme, la Terra Santa». Padre Faltas ricorda anche l’attentato a Tel Aviv dove sono rimaste uccise 6 persone e i due attentatori, molti i feriti.
«Stasera Gerusalemme è vuota, triste, silenziosa. La gente è chiusa nelle case, domani le scuole saranno chiuse ed è aumentata la paura e l’incertezza». Non si intravede soluzione perché, rimarca il Vicario della Custodia, «non c’è una volontà forte di pace dei governanti, la stessa pace che invece l’umanità vuole e desidera perché è l’unica speranza per continuare a vivere». Le prossime ore saranno indicative perché, se «era possibile prevedere una reazione iraniana, ora già viene annunciata una risposta israeliana. Non so cosa succederà, non ho visto e non vedo scendere in campo un concreto coinvolgimento della diplomazia internazionale che poteva evitare una escalation così devastante della guerra in Medio Oriente. Vedo solo voglia di potere e di supremazia, non comprendo cosa i potenti del mondo prevedono per il futuro dell’umanità, non riesco a capire il disegno, vedo solo strategie di distruzione e di crudeltà. Preghiamo Dio onnipotente che fermi la violenza fratricida e sostenga tutta l’umanità sofferente».
A Betlemme
Paura anche a Betlemme dove «i missili balistici lanciati dall’Iran verso Israele hanno sorvolato e circondato anche la nostra Università di Betlemme (Bethlehem University). Fortunatamente, sembra che siano stati intercettati ed esplosi in aria, ma non siamo certi che qualcuno abbia raggiunto il suolo. Stiamo vivendo un grave momento di agitazione»: è quanto si legge in un messaggio di fratel Jack Curran, vicepresidente dell’università cattolica betlemita, gestita dai Fratelli delle Scuole Cristiane e che accoglie circa tremila studenti, il 40% dei quali vive a Gerusalemme, distante solo 8 chilometri. L’ateneo cattolico si trova a circa 2 km. dalla basilica della Natività.
Nel testo fratel Curran scrive: «In questo momento, attendiamo ulteriori notizie, poiché siamo stati informati che potrebbe esserci un’altra ondata di missili. Stiamo pregando fervidamente per la sicurezza di tutti. Al momento, non ci sono segnalazioni di feriti tra i nostri studenti, docenti, personale, ex studenti o le loro famiglie. Anche la comunità dei fratelli e il convento delle suore sono al sicuro, cosa di cui siamo profondamente grati. Che il nostro Dio buono e misericordioso ci benedica tutti con pace e sicurezza e ci guidi verso un futuro in cui le spade vengono trasformate in vomeri».