Un violento sisma ha colpito la Turchia venerdì 24 gennaio. Centinaia di abitazioni sono crollate o sono rimaste danneggiate, 39 persone sono morte e quasi duemila sono rimaste ferite (ma il bilancio è ancora provvisorio). Di fronte a questa tragedia, Caritas Anatolia, che fa riferimento alla Diocesi dell’Anatolia di cui è vescovo l’italiano monsignor Paolo Bizzeti, si è subito mobilitata e ha trovato al suo fianco Celim (Centro laici italiani per le missioni).
«Fin dalle prime ore dopo la scossa – spiegano i responsabili di Caritas Anatolia -, un nostro rappresentante si è recato nella zona dell’epicentro. Nella sua ricognizione ha notato che il governo, la protezione civile e la Croce rossa erano già presenti a Elazig. Proprio lì sono stati convogliati tantissimi materiali da parte di vari Comuni e associazioni».
Il rappresentante Caritas ha così deciso di uscire dalla città di Elazig e cercare comunità che fossero rimaste escluse dai flussi di aiuti. È così giunto nei Comuni di Puturge e Doganyol. Qui ha notato lo stato di abbandono degli aleviti, una popolazione che appartiene a una minoranza sciita. «Nei principali villaggi – continuano i rappresentanti della Caritas – gli aiuti sono giunti quasi subito. Sono state portate derrate alimentari, vestiti caldi e sono state montate tende anche davanti a case non danneggiate. Altrove c’è stata più difficoltà». Per esempio nelle tre comunità di Boluk Kaya, Koyu, Gundeger Koyu, con l’80% delle case distrutte, sono state distribuite solo 22 tende e nessun altro aiuto.
«È indispensabile intervenire a fianco dei villaggi aleviti – concludono i responsabili Caritas -. Ci mobiliteremo per portare tende, cibo e vestiti. Presumiamo che anche altri villaggi siano nelle stesse condizioni. Valuteremo quindi come sostenere queste popolazioni così duramente provate».
Celim ha messo a disposizione di Caritas Anatolia tremila euro. Chi volesse fare una donazione può effettuare un versamento sul conto corrente Banca Popolare Etica Iban: IT38A0501801600000011080678, Causale: Sos Turchia.