In Italia, l’infiltrazione criminale nelle imprese costituisce una minaccia prioritaria che esige risposte urgenti da parte del mondo della ricerca, dell’azione penale, amministrativa e delle imprese. Per ampliare la comprensione di questa necessità, il 21 marzo si terrà a Milano la conferenza «Le dinamiche delle infiltrazioni criminali nell’economia: rischi e rimedi», organizzata da Transcrime, Centro di ricerca interuniversitario su criminalità e innovazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Anfaci (Associazione Nazionale Funzionari Amministrazione Civile dell’Interno).
In Italia non si assiste ancora al declino delle organizzazioni criminali, bensì alla loro evoluzione, il cui stadio avanzato è rappresentato dalle infiltrazioni nell’economia legale. Inquinano il libero mercato degli approvvigionamenti e dei prezzi; nascondono i proventi di attività criminali, riciclandone i capitali; corrompono professionisti e intermediari, allargando l’area grigia di supporto e di connivenza; sfuggono meglio ai provvedimenti di sequestro e confisca. Con la progressione nei processi di infiltrazione, le organizzazioni criminali diventano esse stesse imprese, facilitando le funzioni di governance delle mafie.
La conferenza del 21 marzo intende promuovere la sensibilizzazione del sistema-Paese e la consapevolezza della complementarità degli attori coinvolti. Infatti, la sola azione penale in Italia ha dimostrato scarsi effetti deterrenti o rieducativi. La sua capacità di inibire l’attività criminale richiede il supporto delle interdittive dei prefetti – per sottrarre alle mafie le risorse che ne garantiscono la continuità – della ricerca accademica – nell’analisi di nuovi fattori di rischio da tradurre in iniziative di intelligence – e della collaborazione di banche e imprese. L’efficacia delle interdittive e l’impiego innovativo dell’amministrazione e del controllo giudiziario hanno potuto arginare lo sfruttamento intensivo delle imprese per fini criminali, assicurandone al contempo la continuità produttiva. E l’impiego di big data nell’analisi di indicatori di rischio potenzia le attività di monitoraggio.
Una ricerca condotta da Transcrime per Polis Lombardia, con il sostegno della Prefettura di Milano, ha mostrato l’efficacia di questo strumento applicando trenta indicatori di rischio specifici per le imprese su oltre un milione di aziende lombarde. L’analisi è stata in grado di riconoscere correttamente tra il 90% e il 95% delle imprese interdette, tramite tecniche di machine learning. Sempre adoperando questo approccio innovativo, un’indagine di Transcrime ha potuto rilevare, analizzando le imprese italiane con cambi di titolarità durante l’emergenza Covid-19, un numero di forme societarie opache oltre 10 volte superiore alla media delle altre imprese Italiane.
Indicatori di rischio e modelli predittivi che alimentano anche applicativi sviluppati in progetti europei coordinati da Transcrime (es. DATACROS, KLEPTOTRACE, INVERT) e testati da forze dell’ordine, unità anti-riciclaggio e anti-corruzione europee in scenari operativi di indagine e di intelligence. Ma anche integrati in strumenti analitici per imprese e banche, in Italia e all’estero, per la valutazione reputazionale dei fornitori e la profilazione del rischio riciclaggio dei clienti.
«Il contributo di Transcrime e dello spin-off Crime&tech è quello di ricercatori che analizzano i dati e suggeriscono correzioni di rotta – spiega il professor Ernesto Ugo Savona, direttore di Transcrime -. La nostra ricerca studia i rischi connessi alle infiltrazioni, fornendo a istituzioni, banche e imprese strumenti per rilevare tempestivamente imprese ad alto rischio infiltrazione criminale, prima che questi rischi si verifichino. Questo è ciò che intendiamo per impiego efficiente di risorse per una prevenzione efficace, che richiede la collaborazione tra tutte le parti coinvolte».
«Nonostante i rilevanti risultati conseguiti e le capacità acquisite, permangono intrecci da contrastare e conoscere meglio – spiega il prefetto Ignazio Portelli, Commissario dello Stato per la Regione Siciliana Presidente di Anfaci, esplicitando lo spirito della Conferenza -. Il contrasto alle infiltrazioni è un percorso ad ostacoli e non sempre consegue i risultati dovuti e attesi per molteplici cause. È comunque dovere etico e morale sempre lavorare per ergere in modo ancora più profondo il solco della legalità».
Di questi temi si discuterà durante la conferenza insieme al mondo delle università e della ricerca (rappresentato anche dal centro Transcrime), prefetti (tra cui Darco Pellos, Prefetto di Venezia, e Bruno Corda, Prefetto e Direttore di ANBSC), giudici (Vincenzo Salamone, Presidente Tar Campania, e Fabio Roia, Presidente del Tribunale di Milano), procuratori (tra cui il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo, il Procuratore Distrettuale di Palermo Maurizio de Lucia, il Procuratore Agg. Dda Procura di Milano Alessandra Dolci), rappresentanti di imprese e banche (tra cui Maria Giacona, Capo del Servizio Rapporti Istituzionali di Vigilanza Banca d’Italia, Enrico Pirastru, Responsabile Security Fincantieri, e Andrea Pizzoli, Direttore Risk & Compliance Fiera Milano), scrittori (Isaia Sales) e giornalisti (Marcelle Padovani, Luigi Ferrarella e Conchita Sannino).