I vescovi haitiani «deplorano e condannano» l’omicidio «inammissibile e rivoltante» del presidente Jovenel Moïse e il ferimento della moglie Martine Moise, attualmente ricoverata in ospedale in condizioni molto gravi. Sono stati presi di mira da un commando armato entrato nella loro abitazione la notte tra martedì e mercoledì. Quattro presunti omicidi sono stati uccisi e due arrestati dalle forze dell’ordine haitiane. Intanto ha assunto «pieni poteri» il primo ministro Claude Joseph, che il presidente Moïse aveva intenzione di sostituire.
«Deponete le armi, scegliete la vita, scegliete di vivere insieme fraternamente nell’interesse di tutti e nell’interesse di Haiti», questo l’appello accorato dei vescovi in una nota inviata al Sir. La Conferenza episcopale haitiana presenta sincere condoglianze ai familiari della coppia presidenziali e prega perché «l’anima del defunto riposi in pace» e la moglie «ritrovi rapidamente la salute». «Questo triste evento viene a segnare una svolta spiacevole della storia del nostro popolo sfortunatamente dettata dalla scelta deliberata di usare violenza – affermano i vescovi -, da qualche tempo, in molti settori della popolazione, come metodo di sopravvivenza e di regolamento dei conti. La violenza non può che generare violenza e condurre all’odio. Non aiuterà mai il nostro Paese a uscire da questa impasse politica che non potrà essere risolta se non attraverso il dialogo, il consenso, lo spirito del compromesso, a favore dell’interesse superiore della nazione, per il bene comune del Paese».
Ancora una volta la Conferenza episcopale invita «i figli e le figlie del Paese a superare l’orgoglio e gli interessi dei gruppi per cercare insieme, intorno a un tavolo, la soluzione haitiana tanto attesa dalla popolazione, dettata dall’amore per Haiti e dai valori del popolo». I vescovi concludono affidando il Paese all’intercessione di Maria perché «venga in nostro aiuto e liberi Haiti dai lacci dell’odio e del male».