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Speciale

Venti di guerra sulla Terra Santa

Sirio 11 - 17 novembre 2024
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Appello

I Patriarchi di Gerusalemme: «Vicini ai fratelli colpiti da questa guerra»

In prossimità del periodo natalizio un invito ai fedeli «a sostenere generosamente, come possono, le vittime di questa guerra invitando anche altri a unirsi in questa missione di misericordia»

di Daniele ROCCHI Agensir

13 Novembre 2023
Foto Afp / Sir

In occasione del tempo di Avvento, i Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme lanciano un appello alla sobrietà e alla solidarietà con chi soffre a causa della guerra.

In una dichiarazione i capi cristiani scrivono: «Questi non sono tempi normali. Dall’inizio della guerra si respira un’atmosfera di tristezza e dolore. Migliaia di civili innocenti, tra cui donne e bambini, sono morti o hanno riportato gravi ferite. Molti altri soffrono per la perdita della propria casa, dei propri cari o per il destino incerto dei loro parenti. In tutta la regione moltissimi hanno perso il lavoro e soffrono di una grave crisi economica. Nonostante i nostri ripetuti appelli umanitari per il cessate il fuoco e per la diminuzione della violenza, la guerra continua».

Da qui l’appello dei Patriarchi e dei Capi delle Chiese di Gerusalemme ai sacerdoti, ai religiosi e a tutti i fedeli di «stare vicino a coloro che stanno affrontando queste sofferenze rinunciando a tutte le attività e segni festivi non necessari». Chiaro il riferimento, per esempio, «all’esposizione su larga scala di decorazioni luminose e costose. Incoraggiamo i nostri sacerdoti e fedeli a concentrarsi maggiormente sul significato spirituale del Natale, ponendo attenzione ai nostri fratelli e sorelle colpiti da questa guerra e dalle sue conseguenze, e a elevare ferventi preghiere per una pace giusta e duratura per la nostra amata Terra Santa. Invitiamo, inoltre, i fedeli a sostenere generosamente, come possono, le vittime di questa guerra invitando anche altri a unirsi in questa missione di misericordia. In questo modo sosterremo coloro che continuano a soffrire, proprio come Cristo ha fatto per noi perché tutti i figli di Dio possano riporre la loro speranza in una Nuova Gerusalemme dove non ci sarà più morte e sofferenza».