«Questo edificio ha aiutato sia i bambini, sia i genitori. È molto più di una semplice costruzione scolastica». È il commento di Moustafa Hossein, funzionario Unhcr, durante l’inaugurazione della nuova scuola a Dar e Alì realizzata con il contributo del Comitato Arghosha, fondato nel 2005 da quattro milanesi: Filippo Grandi, Paolo Lazzati, Maria Rosario (nipote di Giuseppe Lazzati) e Marco Niada. In otto anni hanno costruito otto scuole nella provincia di Bamyan, permettendo a più di 3000 bambini (metà di loro sono ragazze) di ricevere un’educazione.
Nonostante le forti difficoltà in Afghanistan e in Medio Oriente, anche nel 2012 il Comitato Arghosha è riuscito a realizzare nuovi progetti: la costruzione di una nuova scuola elementare e superiore a Dar e Ali, il finanziamento di una biblioteca nella scuola di Chardeh e il rinnovamento di tutti i banchi e le cattedre di Arghosha, la prima scuola realizzata nel 2005. «I progressi fatti negli ultimi otto anni sono notevoli – dice Maria Rosario -. Grazie a donatori generosi e coraggiosi, al sostegno entusiasta delle popolazioni locali e all’efficienza e integrità di Shuhada, la Onlus che realizza i progetti che finanziamo nella provincia di Bamyan».
Le scuole realizzate sono tutte statali e i programmi di insegnamento seguono il curriculum nazionale. Vi lavorano 100 insegnanti e dieci custodi stipendiati dallo Stato. Grazie all’appoggio di molti donatori il Comitato Arghosha dal 2004 ha raccolto oltre 900 mila dollari, di cui 870 mila spesi nei progetti.
La scuola di Dar e Ali si trova a 12 chilometri da Yakawlang, capoluogo dell’omonimo distretto della provincia di Bamyan. È un edificio di 11 aule. La biblioteca di Chardeh era un sogno coltivato da tempo dalle 700 ragazze che frequentano i corsi dalle elementari al liceo. Oggi le ragazze dispongono di una biblioteca attrezzata di centinaia di libri: manuali, sussidiari, atlanti e vocabolari che potranno essere consultati a prestito.
Le scuole costruite nel passato hanno creato un effetto positivo. «Una scuola crea onde tutt’attorno – dice Marco Niada -. Una specie di campo magnetico». Ad Arghosha sono sorte nuove iniziative. A pochi chilometri dalla scuola tra il 2009 e il 2012 è stata creata una piccola diga per la gestione delle acque, alimentata da un pannello solare che è risultato vitale per la popolazione. «D’inverno – continua Maria Rosario – morivano di parto numerose donne che, isolate dalla neve e senza mezzi di trasporto, non riuscivano a raggiungere il più vicino centro ospedaliero, distante decine di chilometri. Ricordo un anziano del villaggio che mi disse “Se non avessero costruito la nuova scuola di Arghosha, l’ambulatorio non avrebbe mai visto la luce”…».
Per il futuro il Comitato Arghosha vorrebbe realizzare una nuova biblioteca e costruire una nuova scuola (info: www.arghosha.org)