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Sirio 10 - 16 marzo 2025
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Anniversario

I beni confiscati in Lombardia, tra luci e ombre

Nel giorno dell’approvazione dell'apposita legge (7 marzo 1996) esce la nuova edizione del report di Libera dedicato alle pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Le proposte di realtà della società civile alla Regione

7 Marzo 2025

Oggi si sono riuniti a Milano, presso la sede di Caritas Ambrosiana, i rappresentanti di alcune associazioni, dei sindacati e della cooperazione per un confronto sul tema del riutilizzo sociale dei beni confiscati in occasione della pubblicazione di «Raccontiamo il Bene». il nuovo report nazionale di Libera e per ragionare insieme sulle criticità e sulle proposte da avanzare a Regione Lombardia.

Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Beni confiscati, in Lombardia sono 1.557 i beni immobili destinati,  1205 quelli ancora in gestione e in attesa di essere destinati.

In Lombardia sono 159 soggetti diversi (+5,2%) – presenti in 75 Comuni – impegnati nella gestione beni immobili confiscati alla criminalità organizzata: il 53% sono associazioni, il 24% Coop sociali, il 5% Fondazioni, Enti Ecclesiastici. 133 soggetti gestori svolgono attività che sono direttamente legate a servizi di welfare per la comunità 19 si occupano di promozione del sapere, del turismo sostenibile e della cultura

L’Italia è Paese con 1132 soggetti della società civile organizzata che gestiscono beni confiscati, più di 600 associazioni di diversa tipologia, oltre 30 scuole di ogni ordine e grado che usano gli spazi confiscati come strumento didattico e che incidono nel tessuto territoriale e costruiscono economia positiva. Un Paese che ha reagito alla presenza mafiosa e che con orgoglio si è riappropriato dei suoi spazi. In occasione dell’anniversario della legge n. 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, Libera ha censito le esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati. 

In Lombardia

In Lombardia sono 159 (erano 151 nel 2024) le diverse realtà impegnate nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata in 75 Comuni. Una rete di esperienze in grado di fornire servizi e generare welfare, di creare nuovi modelli di economia e di sviluppo, di prendersi cura di chi fa più fatica.

Dal report di Libera emerge che più della metà delle realtà sociali è costituita da associazioni di diversa tipologia (85), mentre sono 38 sono le Coop sociali. Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, ci sono 8 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas), 8 Fondazioni, 6 Ats. Nel censimento non sono compresi i beni immobili riutilizzati direttamente per finalità istituzionali dalle amministrazioni statali e locali.

Nella ricerca Libera ha ricostruito la tipologia di immobili gestiti dai soggetti gestori; in molti casi la singola esperienza di riutilizzo comprende più beni confiscati, anche di tipologia catastale diversa. Emerge così che i soggetti gestori censiti gestiscono 128 tra appartamenti, abitazioni indipendenti, immobili; 32 tra ville fabbricati su più livelli e di varia tipologia catastale o singole palazzine; 22 box, garage, autorimesse; 19 locali commerciali o industriali e 7 terreni agricoli, edificabili e di altra tipologia (anche con pertinenze immobiliari). Sono 133 i soggetti gestori le cui attività sono direttamente legate a servizi di welfare e politiche sociali per la comunità; 19 si occupano di promozione del sapere, del turismo sostenibile; 7 produzione e lavoro e 2 in attività legate all’ agricoltura e ambiente. Inoltre, sono 20 i soggetti gestori che hanno scelto di intitolare la loro esperienza a una vittima innocente delle mafie.

In occasione dell’anniversario Libera ha elaborato i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 24 febbraio 2025). In Lombardia sono 1.557 i beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 1.205 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Sul lato delle aziende sono 94 quelle destinate mentre sono 220 quelle ancora in gestione.

Le proposte

Questa mattina si sono riuniti per lavorare insieme i rappresentanti regionali di Libera. Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie, Acli Lombardia, Agesci, Alleanza della Cooperazione Lombarda (Agci, ConfCooperative, Legacoop), Arci, Avviso Pubblico, Caritas Ambrosiana, Cgil, Cisl e Legambiente Lombardia. Oltre a visionare e condividere i contenuti del nuovo report nazionale, il tavolo ha deciso di confermare il documento che era stato sottoscritto prima di Natale 2024 e che oggi si è arricchito di nuove adesioni.

Queste le proposte emerse, che vedranno nelle prossime settimane la richiesta di un confronto con Regione Lombardia e ulteriori interlocuzioni con altre realtà e istituzioni, anche alla luce dell’agenda che Libera ha elaborato a livello nazionale in occasione del trentennale di vita che ricorre nel 2025.

  1. incrementare lo stanziamento di fondi triennale 2025-2027, anche attingendo alle risorse dei fondi di coesione della programmazione 2021-2027;
  2. aumentare, per i Comuni, il tetto del limite dei 150 mila euro di contributo e di rendere più graduali le proporzioni della quota massima riconosciuta a seconda della dimensione dell’ente locale, mantenendo ferma la percentuale base dei piccoli Comuni;
  3. per gli enti del terzo settore, modificare le procedure al fine di rendere agevole l’accesso ai finanziamenti;
  4. istituire un fondo specifico per sostenere “a sportello” quegli interventi di recupero di beni confiscati di rilevanti dimensioni che spesso si trovano in Comuni con ridotta popolazione e quindi con minori capacità di spesa e per i quali occorrono progettualità complesse;
  5. attivare la consultazione degli enti del terzo settore nell’aggiornamento del Piano strategico di legislatura per i beni confiscati, previsto entro il 30 aprile 2025;
  6. con riferimento alle aziende sequestrate e confiscate, prevedere non soltanto interventi di carattere formativo, seppur importanti per aumentare le competenze nel settore, bensì anche linee di accesso al credito e di sostegno agli investimenti allo scopo di garantire la continuità produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro, anche attraverso la costituzione di cooperative dei lavoratori come già realizzato in altre Regioni;
  7. poter implementare il nuovo sistema informativo attraverso la piattaforma regionale Viewer, in collegamento con l’Agenzia nazionale e gli enti locali, un’esperienza positiva da diffondere attivando la partecipazione delle comunità territoriali, assieme ai percorsi formativi per enti locali e terzo settore già realizzati.