In vista del 1° dicembre, Giornata mondiale contro l’Aids, responsabili e operatori dei soggetti aderenti al Cica (Coordinamento italiano delle case alloggio per persone con Hiv/Aids) si sono riuniti a Milano, dove hanno affrontato diverse questioni relative all’evoluzione dell’infezione e dell’assistenza alle persone malate. Al Cica aderiscono anche le cooperative Filo di Arianna e L’Arcobaleno, che fanno parte del sistema di Caritas Ambrosiana e gestiscono le case alloggio “Teresa Gabrieli” di Milano e “Don Isidoro Meschi” di Lecco. Di seguito il resoconto dell’incontro, con un approfondimento relativo alle case alloggio della Lombardia.
Si è svolto martedì 26 novembre, nella Sala Solesin di Palazzo Lombardia, sede della Giunta regionale lombarda, un corso di formazione nazionale organizzato dal Cica – Coordinamento italiano delle case alloggio per persone con Hiv/Aids. Il momento formativo, intitolato «Accompagnarci nella comune follia», aveva l’obiettivo di approfondire, grazie al contributo di consulenti e operatori dell’Area salute mentale di Caritas Ambrosiana, i problemi legati alla relazione, nelle case alloggio, con persone affette da Aids, che sempre più frequentemente presentano situazioni di sofferenza mentale.
L’incontro è stato occasione anche per presentare l’aggiornamento della Carta di Sasso Marconi, il documento fondativo che nel 1994 le prime case alloggio scrissero per definire natura e obiettivi del loro agire (leggi qui).
I membri del Coordinamento nazionale (42 enti in 15 regioni d’Italia, che ospitano circa 500 persone) e del Coordinamento regionale lombardo (Crca) hanno ringraziato Regione Lombardia per l’ospitalità accordata alla loro iniziativa. Hanno però dovuto registrare con rammarico l’assenza, durante i lavori, di funzionari della Regione, che pure erano stati invitati. L’incontro avrebbe potuto rappresentare una proficua occasione per riattivare rapporti congelati ormai da un anno e ridare vitalità al confronto che dovrà condurre alla ridefinizione della convenzione tra ente regionale e organismi gestori delle case alloggio (quelle attive in Lombardia sono oltre la metà di quelle operanti a livello nazionale). La convenzione regola il funzionamento delle strutture di assistenza e definisce i contributi regionali alle rette, ferme a valori stabiliti nel 2005 (fatta eccezione per la lieve e insufficiente indicizzazione concordata con Regione nel dicembre 2022, dopo una manifestazione delle case alloggio sotto Palazzo Lombardia).
«La situazione delle strutture di accoglienza e cura dei malati di Aids in Lombardia rischia di farsi economicamente insostenibile – afferma Giovanni Gaiera, in rappresentanza del Crca -. Una delle nostre case chiuderà entro breve, altre stanno valutando se chiudere». E ciò accade nonostante i dati recentemente diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità e rilanciati dal Ministero della Salute evidenzino un aumento delle nuove diagnosi di Hiv, tendenza opposta all’andamento regressivo del primo ventennio del nuovo secolo, innescatasi nel periodo pandemico e che nell’ultimo triennio pare essersi consolidata. «Le case alloggio chiedono a Regione Lombardia la riapertura del tavolo di confronto, fermo all’ultima riunione del 13 dicembre 2023, nonostante i ripetuti solleciti – conclude Gaiera -, e la necessaria e fondamentale ridefinizione delle rette, in tempi brevi, con aumenti che rendano economicamente e di conseguenza operativamente sostenibile la gestione delle ordinarie attività di accoglienza, assistenza, accompagnamento di centinaia di malati».