«Le parrocchie possono essere un valido alleato delle istituzioni per contrastare le infiltrazioni malavitose»: lo ha detto oggi il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti al convegno organizzato da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, per la giornata nazionale di mobilitazione “Legalità, mi piace”.
«Sempre più spesso nei centri di ascolto presenti nelle parrocchie ci capita di incontrare piccoli imprenditori e negozianti indebitati con presunti amici che offrono inizialmente denaro per aiutarli magari a riscattare la casa svenduta all’asta e poi finiscono col portare via loro l’attività – ha sottolineato Gualzetti -. Dobbiamo arrivare prima che questo accada. Per questo da tempo abbiamo avviato con l’Università Cattolica un percorso di studio per comprendere le cause dell’indebitamento e aiutare i volontari e i sacerdoti a cogliere i primi segnali dell’inquinamento mafioso. Vogliamo fare ancora di più. Cosi come la malavita si organizza, anche noi dobbiamo organizzarci per contrastarla. Aiuteremo i parroci a conoscere quello che si può fare».
«La società civile, le imprese devono non solo fare sensibilizzazione ed educazione, ma rendere il territorio inospitale per la ’ndrangheta. Occorre un patto anche qui a Milano, in cui ogni soggetto possa impegnarsi a fare la sua parte», ha esortato Vincenzo Linarello, presidente di Goel, consorzio di cooperative sociali, associazioni di volontariato e imprese attivo in Calabria nel contrasto alla criminalità organizzata.
«La ’ndrangheta è presenta in Lombardia dagli anni Sessanta, come in Piemonte e in Emilia Romagna. A Milano non fa morti in strada, per cui la gente comune non se ne accorge, ma esiste: compra con i soldi dello spaccio di cocaina perché non trova nessun freno. Non è vero che non ce ne si può accorgere. Stare insieme e fare rete è l’unica via di uscita», ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, in collegamento con la sede dell’incontro.
Secondo un’indagine condotta dalla Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, illustrata dal vice-presidente Mario Peserico, sono 343 in Lombardia le aziende confiscate per infiltrazione criminale, l’8,7% del totale nazionale. Oltre il 76% di queste aziende (262) si trova a Milano, Monza, Brianza e Lodi. La Lombardia è al quinto posto nella graduatoria italiana come numero di imprese confiscate dopo Sicilia, Campania, Lazio e Calabria. I settori imprenditoriali più permeabili sono le costruzioni (22,9%), le attività immobiliari di noleggio e consulenza (19,8%), il commercio (14,9%), gli alberghi e ristoranti (13,4%). Dalla ricerca emerge inoltre la costante crescita negli ultimi 7 anni delle denunce del reato di estorsione: dalle 342 del 2012 alle 750 dei primi 9 mesi del 2018. Una decisa impennata si è registrata nelle denunce del reato di danneggiamento con incendio: 381 casi nei primi 9 mesi del 2018 a fronte dei 341 di tutto il 2017.