«Noi, i leader del G7, ci siamo incontrati oggi a Bruxelles su invito della Presidenza tedesca del G7, per rafforzare ulteriormente la nostra cooperazione alla luce dell’aggressione ingiustificata, non provocata e illegale della Russia contro l’Ucraina indipendente e sovrana. Staremo al fianco del governo e del popolo ucraino». Comincia così il lungo documento (19 punti) emesso al termine della riunione dei leader dei sette grandi Paesi occidentali svoltasi a Bruxelles. Tra loro anche il presidente Usa Joe Biden. Giornata intensa a Bruxelles, che ha visto anche il vertice Nato e quello dei 27 Paesi Ue assieme al presidente statunitense.
«Siamo uniti nella nostra determinazione a ristabilire la pace e la stabilità e a sostenere il diritto internazionale. A seguito della risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 2 marzo 2022, continueremo a sostenere la stragrande maggioranza della comunità internazionale nel condannare l’aggressione militare russa e le sofferenze e la perdita di vite umane che continua a causare. Rimaniamo sconvolti e condanniamo i devastanti attacchi alla popolazione ucraina e alle infrastrutture civili, inclusi ospedali e scuole».
Dal G7 giunge il sostegno alla Corte penale internazionale affinché indaghi sui crimini contro l’umanità da parte di Vladimir Putin: «L’assedio di Mariupol e di altre città ucraine e la negazione dell’accesso umanitario da parte delle forze militari russe sono inaccettabili. Le forze russe devono fornire immediatamente percorsi sicuri verso altre parti dell’Ucraina, nonché aiuti umanitari da consegnare a Mariupol e ad altre città assediate. Esortiamo inoltre la Russia a ritirare le sue forze e attrezzature militari dall’intero territorio dell’Ucraina».
«Mosca non ricorra ad armi nucleari o chimiche»
«Chiediamo alle autorità bielorusse di evitare un’ulteriore escalation e di astenersi dall’usare le loro forze militari contro l’Ucraina. Inoltre, esortiamo tutti i Paesi a non fornire assistenza militare o di altro tipo alla Russia». La dichiarazione del G7 si rivolge dunque anche a qualunque altro Paese che avesse intenzione di sostenere Putin e la guerra dei russi contro Kiev e il popolo ucraino. «Non risparmieremo sforzi per ritenere il presidente Putin e gli artefici e sostenitori di questa aggressione, compreso il regime di Lukashenko in Bielorussia, responsabili delle loro azioni».
«Sottolineiamo la nostra determinazione a imporre gravi conseguenze alla Russia, anche attuando pienamente le misure economiche e finanziarie che abbiamo già imposto. Continueremo a collaborare strettamente, impegnando altri governi ad adottare misure restrittive simili a quelle già imposte dai membri del G7».
«L’attacco della Russia ha già messo a rischio la sicurezza e la protezione dei siti nucleari in Ucraina. Le attività militari russe stanno creando rischi estremi per la popolazione e l’ambiente, con potenziali conseguenze catastrofiche. La Russia deve rispettare i suoi obblighi internazionali e astenersi da qualsiasi attività che metta in pericolo i siti nucleari, consentendo il controllo senza ostacoli da parte delle autorità ucraine, nonché il pieno accesso e la cooperazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica». Il G7 mette quindi «in guardia contro qualsiasi minaccia di utilizzo di armi chimiche, biologiche e nucleari o materiali correlati».
Quindi nel documento si legge: «Siamo decisi a sostenere il popolo ucraino nella sua eroica resistenza all’aggressione ingiustificata e illegale della Russia. Intensificheremo il nostro sostegno all’Ucraina e ai Paesi vicini. Ringraziamo tutti coloro che stanno già fornendo aiuti umanitari all’Ucraina e chiediamo ad altri di unirsi. Collaboreremo inoltre ai nostri sforzi per rafforzare la resilienza democratica e difendere i diritti umani in Ucraina e nei Paesi limitrofi».
«Non nutriamo rimostranze contro il popolo russo»
Nel lungo documento varato oggi dal G7, ritrovatosi a Bruxelles, si legge ancora: «Siamo preoccupati per l’escalation e il rafforzamento della repressione contro il popolo russo e per la retorica sempre più ostile della leadership russa, anche contro i cittadini comuni. Deploriamo il tentativo della leadership russa di privare i cittadini russi dell’accesso a informazioni imparziali attraverso la censura e denunciamo le sue campagne di disinformazione dannose, che non lasceremo senza risposta. Esprimiamo il nostro sostegno a quei cittadini russi e bielorussi che si oppongono alla guerra di aggressione ingiustificata contro la loro vicina Ucraina. Il mondo li vede. Il popolo russo deve sapere che non nutriamo rimostranze contro di loro. È il presidente Putin, il suo governo e i suoi sostenitori, compreso il regime di Lukashenko in Bielorussia, che stanno imponendo questa guerra e le sue conseguenze ai russi ed è la loro decisione che infanga la storia del popolo russo».
«Stiamo adottando ulteriori misure per ridurre la nostra dipendenza dall’energia russa e lavoreremo insieme a tal fine. Allo stesso tempo, garantiremo forniture alternative sicure e sostenibili e agiremo in solidarietà e in stretto coordinamento in caso di possibili interruzioni dell’approvvigionamento». Inoltre: «Siamo solidali con i nostri partner che devono sopportare il prezzo crescente della scelta unilaterale del presidente Putin di fare la guerra in Europa. La sua decisione sta mettendo a rischio la ripresa economica globale e avrà gravi ripercussioni sui Paesi più fragili».
Quindi un richiamo alla sicurezza alimentare internazionale: «Rimaniamo determinati a monitorare da vicino la situazione e fare ciò che è necessario per prevenire e rispondere all’evoluzione della crisi della sicurezza alimentare globale. Faremo un uso coerente di tutti gli strumenti e dei meccanismi di finanziamento per affrontare la sicurezza alimentare e costruiremo la resilienza nel settore agricolo in linea con gli obiettivi climatici e ambientali».