«Penso che sia molto positivo aver prodotto un documento come quello relativo all’Europa stilato dal Consiglio pastorale diocesano con la riflessione iniziale dell’Arcivescovo e che si sia fatto questo lavoro insieme. Sappiamo bene che, fino a qualche anno fa, la politica era considerato un argomento in qualche modo divisivo, per cui non si provava nemmeno a toccarlo». A dirlo è Alberto Sportoletti del Movimento di Comunione e Liberazione e membro del Coordinamento diocesano movimenti e associazioni, che aggiunge. «Soprattutto nella nostra Diocesi, ma non solo, si sono messi insieme, in un Coordinamento, movimenti e associazioni per cercare di dare un giudizio anche sulla politica, non a partire da schieramenti ideologici, ma dall’esperienza di fede che facciamo».
«Oggi abbiamo la guerra alle porte dell’Europa, in Ucraina, vediamo la situazione a Gaza, e quindi il primo tema è puntare sull’Europa per vedere come agire di fronte ai conflitti. In questo momento mi pare che l’Europa abbia un ruolo quasi passivo, mentre potrebbe essere un soggetto di vera mediazione nel supporto a percorsi che portino alla pace, come il Papa non si stanca di ricordare. Credo che, come cristiani, abbiamo anzitutto la responsabilità di riflettere su questi temi. Occorre chiedersi che identità abbia oggi l’Europa, per porsi, poi, come soggetto attivo. Non dimentichiamo che l’idea di una comunità è nata all’indomani di due grandi guerre mondiali proprio per garantire la pace e, da questo punto di vista, dobbiamo dire che è stato un successo. L’Europa deve riprendere il suo ideale originale, incarnato da cattolici come Adenauer, Schuman e De Gasperi, peraltro in odore di santità».
«Abbiamo anche tante altre questioni aperte – conclude Sportoletti -: il crollo demografico, la valorizzazione delle singole culture, il green deal, l’uso delle tecnologie. È significativo che l’Europa sia stata la prima a cercare di normare l’intelligenza artificiale con l’AI Act. Tutto questo ci dice che dobbiamo credere nelle grandi potenzialità europee».