Quasi ci siamo. Il cammino di avvicinamento all’esame di maturità – la tappa più significativa per gli studenti italiani – procede veloce, incalzato dall’inesorabile svolgersi del calendario. La prima prova dell’Esame di Stato è fissata per il 17 giugno e piano piano viene componendosi il quadro complessivo di fronte al quale si troveranno gli studenti di quinta superiore.
L’ultimo tassello – per ora – è la nomina dei commissari esterni. Dal 5 giugno sul sito del Ministero dell’Istruzione è disponibile l’elenco delle commissioni d’esame che, complessivamente, sono quest’anno 12.005, per 24.189 classi. I candidati iscritti all’esame – fa sapere il Ministero – sono 489.962, suddivisi in 472.000 interni e 17.962 esterni.
Come detto, per tutti l’appuntamento con il primo scritto – la prova di Italiano – sarà mercoledì 17 giugno, alle 8.30. Il giorno dopo, sempre alle 8.30, di nuovo tutti sui banchi per la seconda prova (diversificata per tipo di scuola: quest’anno tocca al Latino al classico, alla Matematica allo scientifico, ecc). La terza prova, anche qui diversa per ciascuna scuola, è in programma lunedì 22 giugno. Sempre alle 8.30. Si tratterà del consueto “quizzone” elaborato internamente da ciascuna commissione.
Tanti studenti sono già alla corsa sul web per informarsi sui commissari esterni che dovranno giudicarli. Il portale Skuola.net – in voga nel mondo studentesco – spiega che sono per lo più i ragazzi del liceo a cercare informazioni, mentre gli studenti del tecnico e del professionale sembrano avere meno fretta. Si cercano informazioni personali sui prof, ma anche quelle più “tecniche” su come insegnano, cosa domandano… E dove si cerca? Sui social network, anzitutto, vera miniera di informazioni nella nostra “stagione digitale”. Certo, c’è poi anche il classico passaparola, ci sono le domande fatte ai propri professori… Cosa serve sapere? Se il commissario è “buono” o “cattivo”, severo o largo di voti. Insomma, come sempre la ricerca di informazioni vuole esorcizzare la paura del nuovo e l’ansia della prova.
Già, perché l’Esame di Stato resta uno step decisivo per i ragazzi e le ragazze. Non solo dal punto di vista strettamente scolastico. La “maturità” diventa infatti un rito di passaggio che coinvolge un contesto ben più ampio di quello legato alla scuola. In qualche modo certifica l’abbandono di uno status – quello di studente (l’università sarà ben altra cosa) – e l’avvio verso una stagione di maggiori consapevolezze e responsabilità. Una stagione cui ci si prepara non solo attraverso la progressiva padronanza di saperi e di contenuti culturali, ma soprattutto grazie alla conquista graduale e “sofferta” di consapevolezze e stili di vita. Una conquista che non finisce, naturalmente, ma che apre inesorabilmente al nuovo.
In questa dialettica tra presente e futuro, tra la realtà vissuta e quella attesa e forse immaginata si gioca lo spazio della “maturità”, alimentato anche dall’inevitabile “messa alla prova”. Si può cercare di aggirare l’Esame di Stato, si possono cercare gli escamotage più sofisticati per farlo apparire più alla mano e “domabile”. Ma la vera prova, quella con se stessi, è lì in agguato, senza sconti. E il commissario diventa, per sé, ciascuno studente. Non di rado ben più inflessibile di qualsivoglia docente temuto alla vigilia.