Carissimi fedeli musulmani,
mi rivolgo a voi nel giorno in cui chiudete con una grande festa il mese sacro di Ramadan.
Mi piace far riascoltare ad ognuno, ad ogni vostra comunità, il messaggio con cui vi ho salutato il giorno del mio ingresso a Milano come Arcivescovo, lo scorso 24 settembre 2017. Dopo esserci incontrati nella Sala del Capitolo, adiacente la Basilica di Sant’Eustorgio, nella mia omelia, tenuta in Duomo, mi sono permesso di rivolgermi a voi con queste parole: «Riconosco qui convenuti uomini e donne che pregano Dio secondo la fede islamica e che vivono qui tra noi e lavorano e sperano il bene, per sé e per le proprie famiglie. Anche a loro mi rivolgo con una parola che è invito, è promessa, è speranza di percorsi condivisi e benedetti da una presenza amica di Dio che rende più fermi i nostri propositi di bene. Saluto anche loro chiamandoli: Fratelli, sorelle!».
È mia intenzione che queste parole di amicizia e di fraternità continuino nel saluto che vi rivolgo oggi, in occasione di una festa che permette a tutti noi di conoscere meglio la profonda spiritualità che vi anima, e che nutre la terra che abitate con noi: Milano e i territori ambrosiani.
Il messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che allego al mio saluto, ci invita a passare dalla competizione alla collaborazione, da rapporti segnati da sentimenti negativi e forieri di violenza intransigente (gelosia, tensioni, recriminazioni, radicalizzazioni) a relazioni capaci di mostrare la nostra comune intenzione di creare legami di pace e di fraternità, proprio riconoscendo e rispettando le nostre rispettive differenze.
Anche le terre ambrosiane hanno bisogno di vedere irrobustite quelle attitudini di incontro e di dialogo, di ascolto reciproco e di rispetto, di collaborazione nel rispondere ai bisogni e nel cercare la pace, che già sono presenti in parecchi luoghi, ma hanno sempre bisogno di essere sostenute, diffuse e fatte conoscere ancora di più.
Continuiamo a lavorare insieme nel costruire queste relazioni pacifiche e fraterne, dando in tal modo testimonianza dell’Onnipotente al quale rendiamo culto, ottenendo come frutto l’armonia anche qui, nella Milano sempre più società plurale.
In atteggiamento di preghiera e di stima, vi saluto.