«Celebriamo la patrona di Faenza che ha rivelato d’essere la Beata Vergine delle Grazie così vicina alla gente nei secoli. Nei momenti della peste, del terremoto, della guerra la gente è forse tentata di disperdersi, di gridare: “Si salvi chi può!”, di andare ciascuno per la sua strada, pensando di salvarsi da solo. La storia di Faenza raccomanda piuttosto di essere concordi e perseveranti nella preghiera per invocare: “Salvaci, Signore! Aiutaci, Maria!” In questo frammento di storia che stiamo vivendo chiediamo l’intercessione di Maria perché aiuti a stare insieme, i giovani e i vecchi, i politici e gli amministratori, gli intellettuali e i ricercatori, i tradizionalisti e i progressisti, gli uomini e le donne qualsiasi. Insieme per invocare: Salvaci, Signore! Aiutaci, Maria!”».
È il passaggio conclusivo dell’omelia che l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha pronunciato questa mattina nella Cattedrale di San Pietro Apostolo a Faenza, presiedendo la Santa Messa pontificale nella festa della Beata Vergine delle Grazie, patrona della città e della diocesi. La celebrazione è stata anche un momento per ringraziare i volontari che si sono spesi durante l’emergenza dell’alluvione e le altre calamità naturali che hanno colpito la diocesi faentina nel maggio del 2023, ed è stata in particolare «un’occasione per ringraziare la diocesi di Milano, che tramite la Caritas ambrosiana ha fatto e donato tanto in occasione dell’alluvione», come ha scritto il Vescovo di Faenza, monsignor Mario Toso (che ha concelebrato la Messa), nella lettera inviata alla sua diocesi nei giorni scorsi. Al termine della celebrazione monsignor Delpini e monsignor Toso hanno sostato sul sagrato della Cattedrale per un momento di preghiera e intercessione per la città.
L’alluvione
Un anno fa, nella prima metà di maggio, due eventi atmosferici estremi, i cui effetti si sono saldati a danno di territori e popolazioni, hanno colpito diverse aree dell’Emilia Romagna, con particolare violenza le province di Modena, Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena. Tra il 1° e il 2 maggio 2023 caddero sui territori in questione 150-250 mm d’acqua in circa 36 ore (quantità mediamente rilevata nei mesi di marzo, aprile e maggio); poi, tra il 16 e il 17 maggio, una seconda alluvione colpì con ancora maggior violenza le stesse zone, causando una piena repentina, eccezionale e contemporanea di 24 corsi d’acqua tra Bologna e Rimini, di cui 21 tracimarono, allagando 35 Comuni, mentre 300 frane martoriarono i versanti collinari e montani nell’Appennino emiliano orientale e romagnolo, devastando edifici e viabilità.
A causa delle alluvioni persero la vita 16 persone e circa 36.500 registrarono gravi danni alle proprie abitazioni; la condizione di sfollati si è protratta per settimane, e in alcuni casi per mesi, per molti cittadini. Ingenti anche i danni a reti e infrastrutture pubbliche e civili, a impianti produttivi (agricoli, artigianali e industriali) e a sedi commerciali.
Gli interventi Caritas
Caritas Ambrosiana, in coordinamento con Caritas Italiana, sin dai primi giorni successivi all’evento ha risposto alla richiesta di aiuto proveniente dalle Caritas diocesane emiliano-romagnole, mettendo a disposizione non solo l’esperienza maturata in altri scenari simili, ma anche un cospicuo parco-macchinari (idropulitrici elettriche e con motore a scoppio, aspiraliquidi, gruppi elettrogeni e deumidificatori). Dopo la prima alluvione è stato aperto a Faenza (città maggiormente colpita dall’evento) un Centro operativo interdiocesano che, per mesi, è stato punto di riferimento per la popolazione alluvionata faentina e per le altre Caritas diocesane coinvolte (Cesena-Sarsina, Forlì-Bertinoro, Imola, Ravenna-Cervia e, chiaramente, Faenza-Modigliana).
Operatori ambrosiani hanno agito all’interno del Centro, organizzando l’operato degli oltre cento volontari ambrosiani che nei mesi successivi all’alluvione si sono recati in Emilia-Romagna per spalare, pulire, asciugare centinaia di abitazioni. Sollevati, almeno in parte, dal peso di queste incombenze, gli operatori Caritas e i volontari romagnoli hanno potuto così dedicarsi all’ascolto e a una conoscenza più approfondita di persone e famiglie colpite dall’alluvione, concentrandosi soprattutto sulle fragilità sociali e sulle povertà materiali che la catastrofe ha fatto emergere.
Caritas Ambrosiana ha anche contribuito alla ricostruzione del centro anziani “Francesca Cimatti”, infrastruttura polifunzionale, gestita dalla cooperativa sociale “L’Alveare”, che opera nell’orbita della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana ed è l’unica, a Faenza, a offrire accoglienza diurna e servizi mirati ad anziani parzialmente non autosufficienti. Caritas Ambrosiana ha messo a disposizione 227 mila dei 327 mila euro valutati come necessari a ristrutturare l’edificio danneggiato dall’alluvione, dotarlo delle attrezzature necessarie per la fisioterapia e riattivare gli spazi ludico-ricreativi.
I numeri
- Macchinari forniti 60 deumidificatori, 31 idropulitrici, 15 aspiraliquidi, 12 gruppi elettrogeni, 2 transpallet, 1 carrello elevatore, 100 stivali, 100 pale, 300 guanti da lavoro e 30 carriole. Inoltre scaffalature, stampanti e computer portatili.
- Case ripulite 200
- Famiglie raggiunte dal servizio gratuito di deumidificazione delle abitazioni 700
- Kit erogati 800 pulizia casa, 300 prodotti cura corpo, 300 alimentari
- Volontari ambrosiani coinvolti 115
- Ore di lavoro gratuito prestato circa 1.850