«Piena collaborazione con le competenti Autorità dello Stato e delle Regioni per contenere il rischio epidemico», attraverso la «massima disponibilità nella ricezione delle disposizioni emanate». Ad assicurarlo è la Cei, in un comunicato diffuso oggi sull’emergenza sanitaria.
«Davanti al diffondersi del coronavirus, alla notizia dei primi decessi, alla necessità di tutelare la salute pubblica, arginando il più possibile il pericolo del contagio, in questi giorni – e in queste ore – si susseguono richieste relative a linee comuni anche per le nostre comunità ecclesiali – si legge nel comunicato -. Come presidenza della Conferenza episcopale italiana avvertiamo il dovere di una piena collaborazione con le competenti Autorità dello Stato e delle Regioni per contenere il rischio epidemico: la disponibilità, al riguardo, intende essere massima, nella ricezione delle disposizioni emanate».
«Nel contempo, come Chiesa che vive in Italia – scrivono i vescovi – rinnoviamo quotidianamente la preghiera elevata ieri a Bari, nella celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre a conclusione dell’incontro del Mediterraneo: preghiera di vicinanza a quanti sono colpiti dal virus e ai loro familiari; preghiera per medici e infermieri delle strutture sanitarie, chiamati ad affrontare in frontiera questa fase emergenziale; preghiera per chi ha la responsabilità di adottare misure precauzionali e restrittive».
«Ci impegniamo a fare la nostra parte per ridurre smarrimenti e paure, che spingerebbero a una sterile chiusura – l’impegno preso dalla Cei -. Questo è il tempo in cui ritrovare motivi di realismo, di fiducia e di speranza, che consentano di affrontare insieme questa difficile situazione».