Oggi a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, inizia la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che si concluderà il 12 dicembre. Convenzionalmente conosciuta con l’acronimo di COP, è ormai giunta alla 28esima edizione e riunisce ogni anno delegati di ogni Paese, con l’obiettivo di stabilire un programma internazionale, per contrastare il riscaldamento globale generato dalle attività umane.
Nel corso delle passate edizioni la Conferenza ha sottoscritto e stabilito alcuni degli strumenti più noti sul tema. Il Protocollo di Kyoto, adottato nel 1997 durante la COP3, stabilisce per esempio obiettivi specifici di riduzione delle emissioni di gas serra per i Paesi industrializzati. La COP21 del 2015 è conosciuta soprattutto per la sottoscrizione degli Accordi di Parigi, che hanno fissato un tetto all’aumento della temperatura media globale al di sotto degli 1,5 gradi rispetto al periodo pre-industriale.
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Transizione ecologica e abbandono dei combustibili fossili
Nell’anno più caldo mai registrato sono 198 i Paesi partecipanti alla Conferenza. Il tema al centro della COP28 sono i negoziati internazionali per l’abbandono graduale dei combustibili fossili, una delle maggiori cause di emissioni di gas serra nell’ambiente. Nel concreto, il dibattito stabilirà soprattutto i futuri investimenti dei Paesi per una transizione verso fonti di energia rinnovabile come quella solare, eolica, idroelettrica o geotermica.
Le discussioni sui finanziamenti riguarderanno anche il Fondo per il Clima, annunciato per la prima volta alla COP26 di Glasgow. Alla presentazione del 2021 consisteva essenzialmente in un pacchetto di aiuti per il valore complessivo di cento miliardi di dollari, promessi dai Paesi sviluppati come indennizzo per le Nazioni che già subiscono gli effetti del cambiamento climatico.
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha chiesto alla comunità internazionale di sradicare i combustibili fossili. Assenti di spicco di questa edizione sono il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e quello della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping, leader di due Paesi che assieme producono il 40% delle emissioni globali annuali di gas serra.
Francesco, una voce profetica
Alla COP28 era prevista anche la partecipazione di papa Francesco, che però è stato indotto ad annullare il viaggio a Dubai in seguito all’infiammazione respiratoria da cui è affetto da alcuni giorni. «Penso che il Papa stia soffrendo enormemente per il fatto che non può partire – ha dichiarato il cardinale Jean Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e relatore generale del Sinodo -. La voce del Papa a un momento così importante del mondo è segno che il Papato di Francesco è importante. Lui ha una voce profetica in questo mondo». Secondo Hollerich, il Pontefice troverà comunque un modo per far ascoltare la sua voce a Dubai, probabilmente trasmettendo un messaggio registrato.
«Tutti hanno dimenticato l’importanza del tema perché ci sono altre questioni – ha proseguito il Cardinale -. L’Occidente diventa più debole dal punto di vista politico internazionale ed economico. La gente è preoccupata. È difficile, quando ci sono problemi davanti alla porta, vedere che ce ne sono a qualche metro di distanza di molto più gravi di quelli che abbiamo ora».
Se abbiamo fiducia nella capacità dell’essere umano di trascendere i suoi piccoli interessi e di pensare in grande, non possiamo rinunciare a sognare che la #COP28 porti a un’accelerazione della transizione energetica. Questa Conferenza può essere un punto di svolta.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) November 27, 2023
La preservazione dell’ambiente ha contraddistinto buona parte dei dieci anni del pontificato di papa Francesco. Il 24 maggio 2015 pubblicò l’enciclica Laudato si’, in cui evidenziava come il pianeta richiedesse già all’epoca un cambiamento di rotta e una conversione ecologica, possibile solo grazie all’assunzione da parte dell’uomo di un impegno per «la cura della casa comune». La premura di Francesco nella difesa dell’ambiente si è rinnovata il 4 ottobre scorso con la pubblicazione dell’esortazione apostolica Laudate Deum, una sorta di continuazione dell’enciclica, con cui ha ricordato l’urgenza della lotta al cambiamento climatico.