Questa mattina i presidenti delle Fondazioni antiusura hanno eletto Luciano Gualzetti presidente della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, nell’ambito dell’ Assemblea annuale, in corso a Roma. “Scenari e responsabilità sociali, economiche e finanziarie dopo l’emergenza sanitaria: quali rischi e opportunità per la cura del bene comune”, il tema al centro dei lavori assembleari.
Luciano Gualzetti, nato a Lecco 59 anni fa, è il presidente della Fondazione antiusura San Bernardino di Milano. Nel discorso all’assemblea dopo la sua elezione, Gualzetti ha ringraziato i presidenti delle Fondazioni per la fiducia riposta: «Venticinque anni, un quarto di secolo di attività che si fa storia, celebra nel 2020 la Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II. Siamo immersi in cambiamenti epocali che richiedono di rilanciare l’immenso patrimonio competente ed efficace, costruito da chi mi ha preceduto in questi lunghi anni, per contrastare l’usura e restituire le persone e le famiglie all’economia legale. Il mio ringraziamento va a padre Massimo Rastrelli e a monsignor Alberto D’Urso per l’impegno e la dedizione con cui hanno guidato insieme a tanti volontari la Consulta antiusura e ai presidenti delle Fondazioni per la fiducia che hanno riposto in me questa mattina».
L’assemblea della Consulta nazionale antiusura inoltre ha eletto monsignor Alberto D’Urso presidente onorario. Il direttivo è composto, oltre che da Gualzetti, da Giustino Trincia (segretario) e dai consiglieri don Ben Ambarus, don Basilio Gavazzeni e Luigi Coppola.
«Proseguire il processo di integrazione con le Caritas diocesane»
«La pandemia da Covid-19 ha imposto delle trasformazioni negli stili di vita delle persone e nell’economia che hanno amplificato e moltiplicato le povertà, creando tutte le condizioni favorevoli per la diffusione dell’usura da criminalità comune e organizzata – così Gualzetti durante l’Assemblea -. Sono cambiati i bisogni, le fragilità e le richieste intercettate, a cui dovranno per forza seguire dei mutamenti negli interventi e nelle prassi operative delle Fondazioni antiusura. Non è ancora chiaro quando questa emergenza, che non è solo sanitaria ma anche economica e sociale, terminerà, né come sarà il futuro che ci aspetta. Sono in aumento le difficoltà finanziarie legate alla perdita del lavoro e delle fonti di reddito, al pagamento di affitto o mutuo, a cui si aggiungono quelle delle persone con impiego irregolare fermo a causa della pandemia, dei lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione, dei lavoratori autonomi/stagionali in attesa del bonus 600/800 euro, dei pensionati». In questi mesi «molto è stato fatto, ma c’è bisogno di rispondere in modo più forte alle necessità delle persone sovrindebitate o a rischio di usura – il monito del presidente della Consulta -. Per fare ciò c’è bisogno di un maggiore coinvolgimento e sostegno delle 32 Fondazioni antiusura territoriali». Infine, Gualzetti ha offerto uno sguardo verso il futuro: «È importante proseguire il processo di integrazione con le Caritas diocesane, per essere più incisivi sui territori e per non lasciare spazi non presidiati a chi del prestito a usura ne fa una ragione di profitto illecito sulla pelle delle persone più fragili e indifese».