Si è svolta questa mattina nell’Aula magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore la cerimonia di conferimento della Laurea honoris causa in Economia al presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. Alla cerimonia hanno partecipato diverse autorità – tra le quali l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, presidente dell’Istituto Toniolo – docenti e invitati. Erano presenti 950 studenti distribuiti tra Aula magna, aule video-collegate e diretta su maxischermo nel cortile d’onore di largo Gemelli.
«È nel modo in cui ha condotto la Banca centrale europea nella tempesta che la moneta unica ha attraversato in questi anni il suo contributo più significativo – ha detto introducendo la cerimonia il rettore Franco Anelli -. La presidenza di Mario Draghi ha indubbiamente lasciato il segno, e certamente sarà a lungo in futuro oggetto di analisi, perché è stata emblematica del peso e al tempo stesso dei riconosciuti limiti degli strumenti di politica monetaria». «Se spesso la laurea honoris causa è riconoscimento del valore scientifico e culturale, ed esemplare, di un’esperienza pratica – ha concluso il rettore Anelli -, il titolo che conferiamo oggi ha un senso di circolarità, perché riconosce nell’azione di un economista nell’esercizio di responsabilità istituzionali un elevato valore scientifico e un sicuro merito accademico. La nostra Facoltà quindi ha voluto onorare uno studioso come protagonista di un’economia in action, non soltanto in the books».
Ha fatto seguito la lectio cathedrae magistralis di Mario Draghi: «Fra poche settimane si concluderà il mio mandato di Presidente della Banca centrale europea. È una occasione per sollevare lo sguardo dalle incombenze quotidiane, per riflettere sull’esperienza fatta nella speranza che le lezioni apprese possano essere utili per altri» ha detto il presidente della Bce, che ha preferito concentrare la sua lezione sulla natura delle responsabilità del policy maker. «Vorrei oggi condividere con voi quelle che mi paiono caratteristiche frequenti nelle decisioni che consideriamo “buone”: la conoscenza, il coraggio, l’umiltà», ha detto.
E, concludendo la sua lectio, si è augurato «che molti studenti di questa università decidano un giorno di mettere le loro capacità al servizio pubblico. Se deciderete di farlo, non dubito che incontrerete ostacoli notevoli, come succede a tutti i policy maker. Ci saranno errori e ritirate perché il mondo è complesso. Spero però che vi possa essere di conforto il fatto che nella storia le decisioni fondate sulla conoscenza, sul coraggio e sull’umiltà hanno sempre dimostrato la loro qualità».