Da Vatican News
La decisa condanna della Santa Sede nei confronti di ogni terrorismo e in particolare del brutale attacco condotto da Hamas il 7 ottobre scorso contro la popolazione israeliana e la richiesta dell’immediato rilascio degli ostaggi apre l’intervento dell’arcivescovo Gabriele Caccia, a un mese da quel tragico evento, nel quarto Comitato della 78ma Assemblea Generale sull’Agenzia per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa). Allo stesso tempo, l’osservatore permanente vaticano presso le Nazioni Unite ribadisce la «preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza» con vittime innocenti e immani sofferenze indiscriminate alla sua gente.
Evitare l’escalation del conflitto e la catastrofe umanitaria
Se ogni singola persona ha diritto alla protezione, avverte, a maggior ragione vanno preservati le scuole, i luoghi di accoglienza, di cura e di culto. Monsignor Caccia fa suo l’appello lanciato da papa Francesco domenica scorsa all’Angelus per la cessazione del ricorso alle armi: «Auspico che si percorrano strade che evitino assolutamente un’escalation del conflitto. Che si faccia tutto il possibile per evitare una catastrofe umanitaria», prosegue, e per rendere possibile la liberazione degli ostaggi israeliani.
Cruciale l’impegno dell’Unrwa nel campo dell’istruzione
L’osservatore vaticano esprime quindi parole di apprezzamento e di incoraggiamento nei confronti del lavoro svolto dall’Unrwa, l’Agenzia Onu che si occupa di dare sostegno umanitario alla popolazione palestinese, «ma anche come fonte della necessaria speranza che un futuro di pace sia possibile e realizzabile». Particolarmente prezioso quanto l’Agenzia fa nel campo dell’istruzione riguardo alla pace. Citando papa Francesco nella Fratelli tutti, afferma: «Di fronte alla crescente disperazione, può contribuire a dare a ogni giovane rifugiato palestinese l’opportunità di “plasmare il proprio futuro” e di partecipare all’urgente compito di promuovere una cultura dell’incontro e di combattere ogni forma di terrorismo».
L’Arcivescovo esprime poi la preoccupazione «per il crescente divario» tra i servizi richiesti dalla crisi in corso e i finanziamenti su base volontaria di cui può disporre l’Unrwa, rende omaggio ai numerosi membri del personale dell’agenzia – 14 secondo dichiarato dalla stessa Unrwa – che negli ultimi giorni hanno perso la vita negli attacchi su Gaza e rivolge le sue condoglianze alle loro famiglie.
Ai credenti: schierarsi dalla parte della pace
Monsignor Caccia guarda al futuro del popolo palestinese sottolineando: «L’unica risposta duratura alla condizione dei rifugiati palestinesi è una pace giusta che soddisfi le legittime richieste di palestinesi e israeliani». Ribadisce quindi quanto da sempre sostenuto dalla Santa Sede, il raggiungimento cioè di un accordo, «basato sulla soluzione dei due Stati» che «richiede la cessazione delle attuali ostilità e la riduzione delle tensioni» in tutta la regione mediorientale. «È importante – afferma ancora – che le autorità legittime dello Stato di Palestina e le autorità dello Stato di Israele, con il sostegno dell’intera comunità internazionale, dimostrino l’audacia di rinnovare il loro impegno per una pace basata sulla giustizia e sul rispetto reciproco. È l’unica opzione possibile», sottolinea e conclude ripetendo l’invito del Papa al termine dell’udienza generale del 18 ottobre scorso ai credenti di tutte le religioni affinché si schierino «da una sola parte in questo conflitto: quella della pace».