Non ha dubbi don Michele Di Tolve, responsabile della Pastorale scolastica della Diocesi di Milano: le scuole paritarie cattoliche e di ispirazione cristiana svolgono un servizio pubblico e sono aperte a tutti. «Se si vuole far conoscere questa realtà, occorre presentarla nella sua verità, non si fa informazione con un servizio della Rai come quello di domenica sera…». Intanto «è sbagliato dire che la scuola pubblica statale va male per colpa di quella scuola cattolica. Questa è un’affermazione indebita, errata e ideologicamente scorretta. Se tutte le scuole paritarie chiudessero domani, lo Stato andrebbe al tracollo (con una spesa pubblica di oltre 7 miliardi di euro in più rispetto a oggi, ndr). Il governatore della Banca d’Italia Draghi queste cifre le conosce molto bene e sa che sono vere».
Attualmente in Italia esiste un unico Piano nazionale della pubblica istruzione (legge 62/2000) che comprende la scuola pubblica statale e quella non statale, che a sua volta si divide tra paritaria cattolica e di ispirazione cristiana e paritaria laica. Le scuole private invece sono un’altra cosa.
«La diocesi di Milano si occupa di tutta la scuola e quindi anche di quella cattolica», chiarisce don Di Tolve. «Noi riconosciamo che ci sono scuole pubbliche statale eccellenti grazie a dirigenti scolastici, insegnanti e genitori, ma ne esistono anche con gravi situazioni, di fronte alle quali non possiamo rimanere insensibili e ce ne occupiamo come ogni comunità cristiana deve fare».
Oggi gli studenti iscritti alle scuole pubbliche paritarie cattoliche in Diocesi sono 129 mila (dall’infanzia alle secondarie di 2° grado), di loro si occupano oltre 10 mila insegnanti, tutti abilitati. «Queste scuole sono riconosciute dallo Stato e svolgono un servizio pubblico», continua il responsabile, «accogliendo sia ragazzi disabili (attualmente sono 1.206) sia stranieri (4.701)». Ma c’è una differenza. Mentre lo Stato per la scuola paritaria cattolica a livello di infanzia e di primaria assegna contributi per i disabili, anche se nettamente inferiori a quelli per le statali, per la secondaria di 1° e 2° grado non dà niente. Quindi è tutto a carico delle scuole e delle famiglie.
«Attualmente lo Stato italiano impegna 57 miliardi di euro per la spesa della scuola statale per un costo pro alunno di circa 7.000 euro all’anno. Se le scuole paritarie italiane chiudessero la spesa pubblica aumenterebbe di altri 7 miliardi e 900 milioni di euro, pari a 1.072.560 studenti della scuola paritaria che dovrebbe assorbire lo Stato. Mentre oggi lo Stato assegna solo 527 milioni di euro per poco più di 1 milione di studenti delle paritarie italiane, pari a 50 euro al mese per ogni alunno. «Il risparmio statale quindi è già sulle spalle di famiglie che pagano le tasse».
In diocesi di Milano le scuole cattoliche sono gestite da parrocchie, collegi arcivescovili, istituti religiosi femminili e maschili, da cooperative e associazioni di genitori che attualmente sono 1.190 con 129.443 studenti, le cui rette sono «abbastanza abbordabili da tutti. Possiamo assicurare che le parrocchie, i collegi arcivescovili e molti istituti religiosi aggiungono la somma mancante per coprire le spese». Anche gli istituti religiosi femminili svolgono un’importante opera educativa, sempre con rette basse, come pure quelli maschili e le scuole gestite da associazioni o cooperative di genitori. «Oggi sono tutte il più possibile “popolari”», assicura don Di Tolve, «soprattutto le scuole per l’infanzia, che accolgono oltre 75 mila bambini, quindi più del 70% del fabbisogno statale. In realtà potrebbero essere ancora più popolari se ci fosse un contributo equiparato alle pubbliche statali. Le nostre scuole hanno la parità giuridica, ma non economica». E aggiunge: «Magari potessimo accogliere le persone più semplici o chi non ha un reddito, invece le famiglie attualmente versano un contributo sul costo complessivo».
«La scuola dovrebbe funzionare come la sanità, con convenzioni statali: il cittadino paga le tasse (una volta sola) e queste si destinano là dove sceglie di curarsi», spiega Di Tolve. «Nelle paritarie cattoliche della diocesi di Milano abbiamo esperienze di scuole e di famiglie che si tassano per accogliere i ragazzi che non possono pagare la retta. Anche l’anno scorso, nel momento peggiore della crisi nessun alunno ha smesso di frequentare la scuola cattolica perché i genitori non ce la facevano a versare il contributo per il figlio. Tutti sono stati accolti». Non ha dubbi don Michele Di Tolve, responsabile della Pastorale scolastica della Diocesi di Milano: le scuole paritarie cattoliche e di ispirazione cristiana svolgono un servizio pubblico e sono aperte a tutti. «Se si vuole far conoscere questa realtà, occorre presentarla nella sua verità, non si fa informazione con un servizio della Rai come quello di domenica sera…». Intanto «è sbagliato dire che la scuola pubblica statale va male per colpa di quella scuola cattolica. Questa è un’affermazione indebita, errata e ideologicamente scorretta. Se tutte le scuole paritarie chiudessero domani, lo Stato andrebbe al tracollo (con una spesa pubblica di oltre 7 miliardi di euro in più rispetto a oggi, ndr). Il governatore della Banca d’Italia Draghi queste cifre le conosce molto bene e sa che sono vere».Attualmente in Italia esiste un unico Piano nazionale della pubblica istruzione (legge 62/2000) che comprende la scuola pubblica statale e quella non statale, che a sua volta si divide tra paritaria cattolica e di ispirazione cristiana e paritaria laica. Le scuole private invece sono un’altra cosa.«La diocesi di Milano si occupa di tutta la scuola e quindi anche di quella cattolica», chiarisce don Di Tolve. «Noi riconosciamo che ci sono scuole pubbliche statale eccellenti grazie a dirigenti scolastici, insegnanti e genitori, ma ne esistono anche con gravi situazioni, di fronte alle quali non possiamo rimanere insensibili e ce ne occupiamo come ogni comunità cristiana deve fare».Oggi gli studenti iscritti alle scuole pubbliche paritarie cattoliche in Diocesi sono 129 mila (dall’infanzia alle secondarie di 2° grado), di loro si occupano oltre 10 mila insegnanti, tutti abilitati. «Queste scuole sono riconosciute dallo Stato e svolgono un servizio pubblico», continua il responsabile, «accogliendo sia ragazzi disabili (attualmente sono 1.206) sia stranieri (4.701)». Ma c’è una differenza. Mentre lo Stato per la scuola paritaria cattolica a livello di infanzia e di primaria assegna contributi per i disabili, anche se nettamente inferiori a quelli per le statali, per la secondaria di 1° e 2° grado non dà niente. Quindi è tutto a carico delle scuole e delle famiglie.«Attualmente lo Stato italiano impegna 57 miliardi di euro per la spesa della scuola statale per un costo pro alunno di circa 7.000 euro all’anno. Se le scuole paritarie italiane chiudessero la spesa pubblica aumenterebbe di altri 7 miliardi e 900 milioni di euro, pari a 1.072.560 studenti della scuola paritaria che dovrebbe assorbire lo Stato. Mentre oggi lo Stato assegna solo 527 milioni di euro per poco più di 1 milione di studenti delle paritarie italiane, pari a 50 euro al mese per ogni alunno. «Il risparmio statale quindi è già sulle spalle di famiglie che pagano le tasse».In diocesi di Milano le scuole cattoliche sono gestite da parrocchie, collegi arcivescovili, istituti religiosi femminili e maschili, da cooperative e associazioni di genitori che attualmente sono 1.190 con 129.443 studenti, le cui rette sono «abbastanza abbordabili da tutti. Possiamo assicurare che le parrocchie, i collegi arcivescovili e molti istituti religiosi aggiungono la somma mancante per coprire le spese». Anche gli istituti religiosi femminili svolgono un’importante opera educativa, sempre con rette basse, come pure quelli maschili e le scuole gestite da associazioni o cooperative di genitori. «Oggi sono tutte il più possibile “popolari”», assicura don Di Tolve, «soprattutto le scuole per l’infanzia, che accolgono oltre 75 mila bambini, quindi più del 70% del fabbisogno statale. In realtà potrebbero essere ancora più popolari se ci fosse un contributo equiparato alle pubbliche statali. Le nostre scuole hanno la parità giuridica, ma non economica». E aggiunge: «Magari potessimo accogliere le persone più semplici o chi non ha un reddito, invece le famiglie attualmente versano un contributo sul costo complessivo».«La scuola dovrebbe funzionare come la sanità, con convenzioni statali: il cittadino paga le tasse (una volta sola) e queste si destinano là dove sceglie di curarsi», spiega Di Tolve. «Nelle paritarie cattoliche della diocesi di Milano abbiamo esperienze di scuole e di famiglie che si tassano per accogliere i ragazzi che non possono pagare la retta. Anche l’anno scorso, nel momento peggiore della crisi nessun alunno ha smesso di frequentare la scuola cattolica perché i genitori non ce la facevano a versare il contributo per il figlio. Tutti sono stati accolti». – – Il comunicato Fism (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/Fism.pdf) – Il comunicato Agesc (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/AGeSC_comunicato_15_Febbraio_2010.pdf) – Il comunicato Cdo Opere Educative (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/Cdo.pdf) – Scuola e Chiesa in Lombardia (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/Chiesa_e _scuola_in_Lombardia.pdf) – Le scuole cattoliche in Diocesi (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/Scuola_Cattolica_e_Ispirazione_Cristiana_Tabelle_di_sintesi.pdf) – La parità scolastica (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/LA_PARITA_SCOLASTICA.pdf)
Intervista
«Scuole paritarie, accessibili a tutti»
Don Michele Di Tolve: «Un servizio pubblico offerto senza distinzioni, anche agli studenti diversamente abili e a quelli stranieri. E con un risparmio per le casse dello Stato»
di Luisa BOVE Redazione
16 Febbraio 2010