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Esteri

Una porta aperta sul Medio Oriente

Il Centro Italiano per la pace in Medio Oriente opera da vent'anni a Milano per far conoscere e dialogare le realtà vive dei territori�in conflitto

di Rosangela VEGETTI Redazione

18 Dicembre 2009

Ormai a Milano, Cipmo (Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente) è sinonimo di incontri e proposte di approfondimento sulle tematiche relative ai vari aspetti della complessa realtà medio-orientale, a partire dall’annoso e doloroso conflitto israelo-palestinese. È stato fondato nel novembre 1989 su iniziativa della Regione Lombardia, del Comune e della Provincia di Milano, enti cui si sta aggiungendo in questi giorni anche la Camera di Commercio di Milano. Tra i promotori, anche un significativo gruppo di personalità di vario orientamento politico e culturale, tra cui l’attuale presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e la senatrice e Premio Nobel Rita Levi Montalcini (presidente onoraria).
«L’idea fu quella di creare un Centro che non fosse “di parte” all’interno dello schieramento politico italiano, perché la ricerca della pace in Medio Oriente non è e non deve essere di destra o di sinistra – spiega Janiki Cingoli, direttore e appassionato animatore del Cipmo -. Il nostro Centro è al servizio del “sistema Paese”, come testimonia il riconoscimento di Ente internazionalistico di interesse nazionale che ci ha dato il Ministero degli Esteri italiano». Questo vuol dire che la posizione scelta dal Cipmo è di “equivicinanza”, nel porsi sempre in ascolto e in compartecipazione con ogni parte per meglio comprendere e agevolare il dialogo e la composizione dei contrasti. Quindi, né filo-palestinesi e neppure filo-israeliani, ma in spirito di vicinanza e di amicizia con le verità di ciascuno, cercando di approfondire le rispettive ragioni e le potenziali prospettive di pace. Ormai a Milano, Cipmo (Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente) è sinonimo di incontri e proposte di approfondimento sulle tematiche relative ai vari aspetti della complessa realtà medio-orientale, a partire dall’annoso e doloroso conflitto israelo-palestinese. È stato fondato nel novembre 1989 su iniziativa della Regione Lombardia, del Comune e della Provincia di Milano, enti cui si sta aggiungendo in questi giorni anche la Camera di Commercio di Milano. Tra i promotori, anche un significativo gruppo di personalità di vario orientamento politico e culturale, tra cui l’attuale presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e la senatrice e Premio Nobel Rita Levi Montalcini (presidente onoraria).«L’idea fu quella di creare un Centro che non fosse “di parte” all’interno dello schieramento politico italiano, perché la ricerca della pace in Medio Oriente non è e non deve essere di destra o di sinistra – spiega Janiki Cingoli, direttore e appassionato animatore del Cipmo -. Il nostro Centro è al servizio del “sistema Paese”, come testimonia il riconoscimento di Ente internazionalistico di interesse nazionale che ci ha dato il Ministero degli Esteri italiano». Questo vuol dire che la posizione scelta dal Cipmo è di “equivicinanza”, nel porsi sempre in ascolto e in compartecipazione con ogni parte per meglio comprendere e agevolare il dialogo e la composizione dei contrasti. Quindi, né filo-palestinesi e neppure filo-israeliani, ma in spirito di vicinanza e di amicizia con le verità di ciascuno, cercando di approfondire le rispettive ragioni e le potenziali prospettive di pace. Speranze e difficoltà «La nostra Conferenza internazionale di apertura, “Israeliani/Palestinesi. In cammino verso la pace”, vide allora riunite circa settanta personalità israeliane, palestinesi, arabe e internazionali, rompendo consolidati tabù – ricorda Cingoli -. Allora agli israeliani era impedito per legge di incontrare esponenti dell’Olp, ma in quella occasione sedettero allo stesso tavolo per una conferenza stampa. Successivamente realizzammo altre due conferenze internazionali, nel ’91 e nel ’93, nelle quali si crearono contatti utili anche ai fini dei negoziati segreti di Oslo. Quando siamo partiti, vent’anni fa, le speranze erano grandi, e anche le illusioni. Abbiamo imparato quanto la strada per la pace sia disseminata di ostacoli e di nemici, e siamo consapevoli che la situazione oggi si è fatta più complessa. Tutti noi, ormai, sappiamo come è possibile fare la pace, ma proprio per questo quanto essa sia difficile. Anche le speranze suscitate dal presidente Obama, all’inizio del suo mandato, si sono dovute scontrare con queste difficoltà».Su questa linea continua e si amplia l’attività del Cipmo, come si può vedere anche dal sito, realizzato grazie al contributo del nostro Ministero degli Esteri e della Fondazione Cariplo, coinvolgendo centri universitari e personalità di ampia competenza internazionale.