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«Il Segno»

Errigo a Parigi, l’emozione del tricolore e il sogno dell’oro

La campionessa della scherma residente a Muggiò inaugura i Giochi di Parigi come portabandiera dell’Italia. Il racconto di un’atleta, mamma felice con un desiderio nel cassetto, nel numero di luglio/agosto del mensile diocesano

26 Luglio 2024

Da Il Segno di luglio-agosto

La portabandiera ai Giochi olimpici di Parigi durante la cerimonia di inaugurazione del 26 luglio è la schermitrice Arianna Errigo, che sul numero di luglio/agosto de Il Segno racconta l’emozione provata lo scorso 22 aprile, quando Giovanni Malagò, presidente del Coni, le ha comunicato che lei e Gianmarco Tamberi (saltatore in alto, oro a Tokyo 2020) erano stati scelti come alfieri dell’Italia: «Rappresenterò non solo la mia disciplina, non solo lo sport italiano, ma tutto il Paese. Confesso che all’inizio ero anche un po’ imbarazzata e mi sono chiesta se fossi all’altezza… Ma poi mi ha inorgoglito capire che questa scelta premia non solo la mia carriera, ma anche tutto il percorso fatto giù dalla pedana».

Per Arianna, cresciuta in Brianza e residente a Muggiò, quelli di Parigi saranno i quarti Giochi olimpici della carriera, molto diversi dai precedenti, dato che in Francia ci andrà da mamma: lo scorso anno, infatti, sono nati i suoi gemelli Stefano e Mirea. «Andare a Parigi per me è un regalo. Voglio godermi questa esperienza sotto tutti i punti di vista, a maggior ragione dopo che mi è stato affidato il tricolore», dichiara.

Quattordici anni trascorsi ai massimi livelli, gli ultimi nove vissuti costantemente sul podio iridato, Arianna è tra le pochissime atlete ad avere raggiunto la ribalta assoluta in più di un’arma: dopo molte vittorie nel fioretto, dal 2016 ha iniziato a tirare anche di sciabola. Titoli mondiali individuali e a squadre, cinque Coppe del mondo di fioretto e altri allori europei e nazionali, tre medaglie olimpiche nel fioretto: un palmarès che ha pochi eguali al mondo, anche se non manca qualche recriminazione. Per esempio per quella medaglia d’oro individuale sfuggita a Londra per una sola stoccata, nella finale con l’amica-rivale Di Francisca, o il rimpianto per i Giochi di Rio de Janeiro: «Ci arrivavo da numero uno del mondo, ma mi sono fermata agli ottavi di finale. È stata la gara più brutta della mia carriera…». Eppure, proprio quella delusione le ha insegnato qualcosa: «Mi sono resa conto che dovevo essere più che soddisfatta di quanto avevo ottenuto. Quindi, da lì in avanti, ho cambiato il modo di vedere le cose, non vivo più ogni gara come un’ossessione, soprattutto dopo la maternità».

Arianna Errigo con il marito e i due figli

A 36 anni Arianna è consapevole di essere alla vigilia della sua ultima Olimpiade, ma per ora non pensa al “dopo”: «Preferisco fare un passo per volta, anche perché non so fino a quando avrò voglia di gareggiare, se resterò competitiva e quanto le esigenze dei miei figli mi cambieranno la vita…».

Arianna non si nega un sogno: «L’oro olimpico individuale mi manca, cercherò di conquistarlo perché sarebbe la ciliegina sulla torta… Ma se non dovesse succedere, non lo vivrò come un fallimento, e soprattutto non mi toglierà nulla, né come atleta, né come persona».

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