È morto a Firenze, a 84 anni, Antonio Paolucci, uno dei più noti storici dell’arte italiani.
Era nato a Rimini nel 1939 e dopo essersi laureato in Storia dell’arte con Roberto Longhi, aveva iniziato a lavorare nel ministero della Pubblica istruzione: negli anni Ottanta era stato nominato prima soprintendente per i beni artistici e storici a Venezia, poi a Verona, a Mantova e a Firenze.
Fu ministro “tecnico” dei Beni culturali e ambientali nel 1995 nel governo di Lamberto Dini: unico storico dell’arte, ad oggi, a rivestire quel ruolo.
Dopo il terremoto che colpì l’Umbria nel 1997 fu anche nominato commissario straordinario del governo per il restauro della Basilica di San Francesco ad Assisi.
Nel 2007 Papa Benedetto XVI lo nominò direttore dei Musei Vaticani, carica che mantenne fino al 2016.
Paolucci è stato anche un amato divulgatore, per la sua passione e la sua chiarezza espositiva. Innumerevoli le sue conferenze e le sue presentazioni, sempre seguitissime. Così come i suoi libri e le sue trasmissioni televisive, apprezzate per il taglio semplice e tuttavia sempre originale e approfondito.
Per sensibilità personale si è occupato soprattutto dell’arte sacra: impegno culminato proprio con la direzione dei Musei Vaticani.
Più volte è stato invitato anche a Milano: amico del Museo Diocesano, dove ha tenuto memorabili lectio magistralis.
Un vero maestro del nostro tempo che ricorderemo con gratitudine e affetto per quanto ha fatto al servizio della storia dell’arte e per la tutela dei beni culturali.