«Io credo che sia fondamentale il richiamo all’importanza dell’Europa, nel contesto in cui ci collochiamo oggi, perché è una sollecitazione a guardare a un orizzonte più largo, a non ripiegarsi nel locale, nel ristretto ambito delle piccole cose che, poi, significa anche guardare alla pace. Noi abbiamo bisogno dell’Europa, anche come cattolici, per far valere queste istanze». Giorgio Del Zanna della Comunità di Sant’Egidio (che partecipa al Coordinamento diocesano associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali) commenta così l’avvicinarsi della tornata elettorale europea dell’8 e 9 giugno e l’appello venuto dal Consiglio pastorale diocesano (di cui è membro) espresso in un documento.
Ma quale è il contributo che possono dare le associazioni e le articolazioni ecclesiali in questo momento?
Ritengo che si possa offrire un ragionamento a partire dall’universalismo che esprime la fede cristiana, facendo valere il significato degli interessi collettivi, del cosiddetto bene comune, tante volte invocato e tanto poco praticato, che ci chiede di vivere e promuovere istanze di solidarietà e di attenzione ai più deboli. Delineare un tale quadro di solidarietà europea, oltretutto, è anche una risposta sia alle derive populiste a quelle sovraniste, che esprimono una chiusura che chiaramente non ci fa bene.
Dunque, ottimista o pessimista in questo momento sul futuro dell’Europa?
Io credo che bisogna essere ottimisti. Ottimisti perché l’Europa è molto di più e fa molto di più di quanto non si dica. C’è una specie di narrazione euro-pessimista che va superata. Certo, l’Europa ha tanti limiti, ma li supererà se ci crediamo. Dunque, occorre lavorare per costruire uno spazio europeo vero, delle persone e degli Stati, in cui l’Europa potrà far valere nel mondo quelli che sono la sua storia, i suoi principi, la sua identità.