Ricordato quattordici anni fa nel centenario della nascita, l’immagine di don Carlo Gnocchi, il “papà dei mutilatini” è tornata ad essere diffusa in formato francobollo nel sessantesimo della morte.
«È impossibile per noi ambrosiani e per tutta la cattolicità – ha sottolineato il cardinale Angelo Scola – non vedere nella santità di don Gnocchi un punto di riferimento stabile, costitutivo per la nostra fede e una vita che in termini significativi ha marcato, nella sua capacità di offerta e di amore, tutta la Chiesa universale».
Stampato in ottocentomila esemplari il francobollo che presenta un valore da 95 centesimi (lettera interna) raffigura il “ritratto di don Carlo Gnocchi, educatore e sacerdote italiano che dedicò la sua vita all’assistenza delle piccole vittime della guerra”.
«Sogno, dopo la guerra, di potermi dedicare a un’opera di carità, quale che sia, o meglio quale Dio me la vorrà indicare», confidava don Gnocchi in una lettera scritta nei giorni tragici della ritirata di Russia (inverno 1942-43), vissuta come cappellano militare degli alpini.
Dalla drammatica esperienza della guerra, nell’impatto con le atrocità disumane, nel faccia a faccia quotidiano con la sofferenza e la morte, maturò la missione a cui il sacerdote dedicò l’intera esistenza, con coerenza e fedeltà: ripartire dagli ultimi, per riscattare il loro “dolore innocente” e costruire una possibile via di salvezza per ciascuno e per l’intera umanità.
A differenza del recente francobollo, che si limita al solo ritratto, quello del 2002, del costo di 41 centesimi, riesce a trasmettere, in chi lo guarda, un messaggio completo sulla personalità e sull’attività di don Gnocchi. Raffigurato con un bambino in braccio e, accanto, un mutilatino. Il bambino che il sacerdote tiene amorevolmente tra le braccia ha un nome e cognome ben precisi: Marcello De Salvatore, all’epoca allievo del Centro S. Maria della pace, a Roma, invalido costretto a muoversi con le stampelle.
Disegnata da Rita Fantini, grafica del Centro filatelico attivo all’interno dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, l’immagine del francobollo di quattordici anni fa è completata da uno dei tanti alpini che ebbero in don Gnocchi un misericordioso cappellano.
Nel giorno di emissione il francobollo è stato bollato, allo Sportello filatelico funzionante al Palazzo della regione e presso il Santuario di via Alfonso Capecelatro, con uno speciale annullo.