«Come posso descrivervi l’eccitazione di quest’alba di Liberazione? La notte scorsa i tedeschi hanno cominciato a scappare e ad abbandonare il paese. Oggi se ne vanno i fascisti che contano e i loro seguaci. Dalle montagne stanno arrivando i partigiani. Il popolo grida slogan e insulti verso gruppi di uomini dalla faccia tetra noti come fascisti, che non sanno cosa fare […]. Gli operai girano per le strade. La milizia che non è scappata con i tedeschi viene disarmata, tutto questo con pochi spari, ma con grida ed espressioni di gioia». Così, il 25 aprile 1945, la liberazione di Milano nelle pagine del diario di Thelma Hauss, un’americana coraggiosa che alla Resistenza diede un contributo troppo sconosciuto, pur senza imbracciare le armi.
Thelma Hauss nacque a New York il 26 settembre 1897 e morì negli Stati Uniti il 2 aprile 1998. Dal 1929 al 1952 visse a Milano. Nel 1931 sposò l’architetto Giuseppe De Finetti e con lui partecipò attivamente al difficile periodo della Resistenza. Con il numero di matricola 5114, Thelma fu tesserata nel Corpo volontari della Libertà con il gruppo delle Fiamme Verdi, di ispirazione cattolica.
Dattiloscritti nascosti
Il Diario di guerra (Thelma De Finetti, Anni di guerra 1940-1945, Hoepli 2009) è un ampio dattiloscritto in lingua inglese rivisto e ricopiato a macchina dall’autrice nel 1978. Thelma teneva nascosti i suoi diari per preservarli dalle frequenti e pericolose irruzioni della polizia fascista e nazista nella sua abitazione milanese, in via del Gesù 8, e negli altri luoghi di rifugio e abitazione fuori città. I nomi delle persone citate erano sostituite da sigle o numeri. Il diario racconta la vita quotidiana che si mescola ai grandi eventi: i bombardamenti di Milano, la lotta antifascista e la Liberazione del 25 aprile. Si racconta del salvataggio di esponenti della Resistenza ai quali i coniugi De Finetti prestarono soccorso e protezione clandestina: Augusto Cerea, Sergio Solmi, Bepi Bartolo, Bruno Quarti ed Enrico Mattei.
I salvataggi
In data 23 agosto 1944 il diario racconta la copertura data ad Augusto Cera, «capo molto attivo di un gruppo di partigiani sulle montagne». Per due volte Cera venne catturato dalle SS e per due volte riuscì a fuggire. Fu salvato dal personale ospedaliero e curato in casa di Thelma Hauss a Milano. In data 26 novembre 1944 si racconta la cronaca del salvataggio di Bruno Quarti, braccio destro di Ferruccio Parri, capo del Partito d’Azione.
Il 22 aprile 1945 Thlema Hauss racconta la visita di Enrico Mattei, «fuggito dalla prigione poco tempo prima, ha un ruolo importante nel comando clandestino. […] Mattei mi ha chiesto di fare da interprete al loro comando; mi piacerebbe moltissimo. Berlino è ormai in parte occupata. Bologna è nelle mani degli Alleati. Piangevamo tutti, quando abbiamo sentito gli americani che parlavano dalla stazione radio di Bologna, ce li ha fatti sembrare così vicini».
Dopo la liberazione i coniugi De Finetti raggiunsero il nuovo comando della città di Milano. «C’erano i nostri amici che hanno lavorato per tre mesi o più nelle nostre soffitte, cioè il Comando Militare Clandestino – scrive Thelma Hauss -. Sono gli stessi che le SS ricercavano nelle perquisizioni della nostra casa le ultime due volte che sono venuti, ma tutte le loro tracce erano sparite. […] Bene, questi ospiti ora sono generali, colonnelli e maggiori e hanno fatto a Beppi una calorosa accoglienza; applaudivano e, con l’affetto che si merita, gli stringevano vigorosamente la mano».