Il presepe di Francesco Londonio presente nella chiesa di San Marco è databile intorno al 1750. Eseguito dopo il ritorno a Milano dal suo viaggio a Napoli, città da cui prese ispirazione per i suoi presepi fatti di carta, materiale da lui molto amato, infatti ne possiamo trovare conferma nei diversi lavori presenti nella Pinacoteca di Brera.
Il presepe è situato nella settima cappella, si presenta in un piccolo palcoscenico, dove 24 personaggi quasi ad altezza naturale, sono divisi in due scene.
La prima scena raffigura la Natività proprio come noi ce la ricordiamo da piccoli, estremamente semplice e poetica proprio come le immaginette che ci davano a Natale a scuola. Maria come tutti gli altri personaggi è vestita con abiti dimessi e guarda con stupore il suo bambino, disteso in un lettino di paglia, Giuseppe è vicino a loro, il suo mantello è logoro e vecchio, sta forse a sottolineare la sua umiltà. Si percepisce un clima di gioia e serenità, i pastori cantano e portano doni, tutto sembra rarefatto il cielo scuro le stelle luminose, gli alberi scuri e le rovine neoclassiche danno all’insieme un impronta quasi irreale di una notte magica.
La seconda scena raffigura l’Epifania ed è collocata nel proscenio, incorniciata da due bellissime colonne. Maria è elegantemente vestita e tiene in braccio suo figlio. Giuseppe è un po’ più discostato pensieroso. Vicini i re Magi sfarzosamente vestiti che portano ricchi doni, accompagnati dai loro servitori e da animali esotici, tutta la scena è molto colorata e ricca.
Le due scene, così diverse e contrapposte tra di loro, fanno pensare alla complessità del periodo storico in cui viene eseguita l’opera periodo tra l’arcadia e l’illuminismo dove nel mondo arcadico molti aristocratici amavano vestire i panni dei pastori, dei contadini, per ritrovarsi nella natura, con un desiderio di semplicità di autenticità quasi un gioco, sapendo poi di poter smettere in qualsiasi momento.
Il presepe presenta la firma dell’artista nella rappresentazione delle due pecorelle accucciate in primo piano. L’ opera si presenta in ottimo stato di conservazione.
È presumibile che il Londonio abbia guardato per questo lavoro alla famiglia dei Bibbiena. Famosi scenografi conosciuti in tutta Europa per le loro innovazioni in questo ambito, per l’ introduzione delle fughe prospettiche (vedi il pastore dietro la colonna). Maria Teresa d’ Austria quando vide la capacità pittorica e scenografica del Londonio rimase talmente colpita che lo chiamò come scenografo al neonato Teatro alla Scala.