In vista del Natale parliamo di un capolavoro ritrovato. Anche se non era mai stato disperso, perché da sempre conservato nella sua cappella, in una delle chiese più antiche di Milano. Ma «sporco» e «nascosto» com’era, poteva dirsi noto soltanto agli addetti ai lavori. Oggi la riscoperta, grazie al restauro accurato che ne ha svelato tutti i dettagli, riportandolo all’originario splendore. E per una volta non è solo un modo di dire.
Stiamo parlando del Retablo fiammingo della basilica di San Nazaro Maggiore: una meraviglia che in questi giorni natalizi, e fino al prossimo 2 febbraio, è in mostra al Museo diocesano di Milano, per la prima volta presentato al pubblico dopo l’intervento di recupero a cui è stato sottoposto (grazie al sostegno di fondazioni del Belgio e di Intesa San Paolo). Il degno pendant a quel capolavoro di Botticelli, l’«Adorazione dei Magi» in prestito dagli Uffizi di Firenze, anch’esso attualmente in esposizione nei Chiostri di Sant’Eustorgio.
La preziosa ancona lignea proviene da Bruxelles, dove è stata realizzata nella prestigiosa bottega di Jan Borman detto il Grande, come attestano i punzoni. E si tratta di una rivelazione eccezionale, perché ci troviamo davanti, allora, all’unica opera di questo celebre artista fiammingo che ha mantenuto il colore originale, riportato in luce dal recentissimo restauro. Colore che, anche nel caso del Retablo di San Nazaro, era stato occultato da interventi moderni (del Settecento e dell’Ottocento, come attesta anche un francobollo e un biglietto del tram «inserito» nel 1895), ma fortunatamente non cancellato.
La grande «macchina» artistica in origine doveva presentarsi come un trittico. Purtroppo le due ante laterali, probabilmente dipinte con scene della vita di Gesù e con figure di santi, sono andate perdute, quelle sì, in un’epoca imprecisata. Rimane però la maestosa parte centrale, «incorniciata» come a dare l’impressione che l’adorazione dei Magi si stia svolgendo tra le navate di un’imponente cattedrale gotica.
L’intaglio delle figure è di altissimo livello. Questo capolavoro fu commissionato da Protasio Bonsignori, ricco mercante originario di Busto Arsizio, che aveva stretti rapporti commerciali proprio con l’area fiamminga e renana. Per la sua cappella in San Nazaro, peraltro, non si limitò a far arrivare lo splendido Retablo da Bruxelles, ma fece realizzare anche le preziose vetrate da maestri di Norimberga.
A mostra conclusa, il Retablo dei Magi sarà ricollocato nella sua cappella nella basilica di San Nazaro Maggiore a Milano.
Informazioni: www.chiostrisanteustorgio.it